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La Commissione europea presenterà a breve la bozza di regolamento volto a disciplinare gli aspetti tecnologici, etici, socio-economici e legali dell’intelligenza artificiale. A breve l’Unione Europea presenterà una prima bozza di regolamento sull’intelligenza artificiale. Un primo importante segnale di impegno concreto dell’UE nell’individuare le opportunità e i rischi insiti dell’IA e nel creare una base di fiducia dei cittadini per un suo uso potenzialmente massiccio negli anni a venire, era stato già dato dal Parlamento europeo, che nell’ottobre del 2020, dopo l’istituzione di una commissione speciale appositamente dedicata, aveva avanzato tre proposte.

Naturalmente, per ottimizzare l’impatto dell’IA sui individui, sulla società e, quindi, sull’economia, nonché per raggiungere l’obiettivo ambito dell’UE di “leadership in ambito tecnologico” – come confessato nel White Paper sull’IA del 2020 –, è necessario creare un ambiente fertile in primo luogo per la ricerca, e poi per sviluppatori e imprese. A tale proposito, la Commissione ha già annunciato l’intenzione di aumentare a 20 miliardi di euro l’anno gli investimenti privati e pubblici per le tecnologie di IA. Ciò renderà possibile perfezionare la bozza di documento che verrà presentata il prossimo 21 aprile, basata sulla definizione degli aspetti tecnologici, etici, socio-economici legati all’IA e dei relativi obblighi legali.

Non sappiamo quali proposte del Parlamento europee verranno riportate nella suddetta bozza, ma sicuramente un elemento che per molti è di rilevanza primaria è il concetto di responsabilità civile legata all’intelligenza artificiale, poiché su di essa si getterebbero le basi per la costruzione della fiducia dei cittadini e per incoraggiare l’innovazione dando alle imprese una certezza giuridica. Non solo, di rilievo è anche la questione relativa alla messa a punto di sistemi efficaci per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, anche se dovrà essere previamente risolto il dilemma relativo al soggetto cui dovrebbe essere attribuita la proprietà intellettuale di prodotti sviluppati esclusivamente dall’IA.

Infine, il Parlamento ha anche presentato delle linee guida per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito militare e civile. Tuttavia, il relatore Gilles Lebreton, un esponente del gruppo parlamentare “Identità e Democrazia”, ha affermato che in settori come quello militare, della giustizia o della salute, “l’intelligenza artificiale non deve mai sostituire o sollevare gli esseri umani dalla loro responsabilità“. Ciò non fa altro che confermare l’importanza, ancora da molti sostenuta, di non escludere in tali ambiti (e non solo) la supervisione umana.

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