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L’IVASS ha pubblicato un paper in cui evidenzia i principali benefici e rischi connessi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel settore dell’insurtech. In un recente paper, l’IVASS ha evidenziato le principali applicazioni pratiche e connessi rischi dell’utilizzo ormai massiccio dell’intelligenza artificiale nel mondo assicurativo, il c.d. insurtech.

Secondo l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, la chiave per mantenere intatta – se non addirittura aumentare – la fiducia dei consumatori e trarre il maggior beneficio possibile dall’innovazione tecnologica – tra cui, riduzione dei costi, fidelizzazione dei potenziali clienti e customer experience ottimizzata – è il rispetto di principi etici che vengano posti alla base dell’intera governance societaria. A tale proposito, “si propone l’utilizzo di un paradigma di governo, gestione e controllo dei rischi – ispirato a quello elaborato per il Misconduct Risk dal Financial Stability Board – che concreta l’applicazione di tali principi etici attraverso i tre fondamentali pilastri organizzativi dell’impresa: la governance societaria (comprensiva anche dei sistemi dei controlli), i processi interni e le politiche del personale, la cultura aziendale”.

Garantire un uso responsabile dell’intelligenza artificiale è imprescindibile, soprattutto considerato che i benefici dell’IA nel settore assicurativo possono venire vanificati dalle conseguenze negative dell’innovazione tecnologica. Tra tali vantaggi quelli evidenziati dal paper dell’IVASS sono:

  • l’utilizzo di chatbox in grado di fornire assistenza meno costosa e più veloce ai clienti;
  • il ricorso alla consulenza virtuale in grado di avvicinare anche i potenziali clienti più giovani, i cd. millennials;
  • la personalizzazione dei prodotti e dei premi grazie ai collegamenti tra le caratteristiche dei soggetti e pattern di rischio;
  • un miglioramento nella gestione dei sinistri, tramite strumenti in grado di velocizzare la trattazione ed identificare eventuali tentativi di frode.

Tuttavia, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito assicurativo relativo all’insurtech comporta anche rischi e benefici da non sottovalutare. Tra questi, ad esempio, il meccanismo, dell’IA, della scatola nera può essere utilizzato in modo tale da influenzare la libertà di scelta della clientela; o ancora, un’eccessiva personalizzazione dei livelli di personalizzazione potrebbe portare a dover escludere dal novero dei soggetti assicurabili i più vulnerabili.

Per questo, il paper sottolinea l’importanza non solo di rispettare una serie di principi etici – tra cui l’esplicabilità dell’IA e il principio di beneficienza in base al quale l’intelligenza artificiale dovrebbe essere utilizzata per promuovere il benessere sociale – che è necessario che vengano incorporati nella governance e nell’insieme dei processi e delle politiche aziendali.

Su di un argomento simile, può essere interessante il podcast: “Il futuro delle assicurazioni con Francesco Bardelli, CEO di Generali Jeniot”.

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