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La Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) e Algorand, una delle società leader nel settore delle tecnologie blockchain, hanno recentemente annunciato la creazione di oltre 4 milioni di NFT (Non Fungible Token), che rappresenteranno digitalmente i diritti di oltre 95.000 autori associati alla SIAE.

Come ormai noto, gli NFT sono token crittografici che rappresentano qualcosa di unico, posto che, non essendo fungibili, non sono reciprocamente intercambiabili. Gli NFT permettono quindi di associare alla copia originale di un certo oggetto (ad esempio, una foto, un video o un file musicale) un certificato univoco di proprietà, che permette di identificare quella copia come l’unica originale.

La creazione da parte della SIAE, grazie alla collaborazione Algorand, di questi asset digitali è la prima tappa di un progetto di lungo termine volto a creare una piattaforma aperta basata su blockchain, che consenta una gestione trasparente ed efficiente dei diritti degli autori.

Nello specifico, la soluzione elaborata da Algorand si distingue dai sistemi proof of work, come bitcoin, o proof-of-stake, in quanto è volta creare un modello decentralizzato. Attraverso questo sistema a ciascun autore viene assegnato un account che contiene un asset per ciascuno dei diritti di cui è detentore (ad esempio, i diritti connessi ad un certo brano in ciascun Paese). Ad oggi il sistema è in fase iniziale ed è stato creato il database dove i singoli diritti sono registrati come NFT. L’idea è quella di fornire ai titolari dei diritti e ai potenziali fruitori una piattaforma che agevoli la trasmissione dei diritti, garantendo la massima tracciabilità e trasparenza degli scambi.

In futuro sarà quindi possibile gestire tutte le transazioni relative all’utilizzo dei diritti di sfruttamento economico direttamente sulla piattaforma, permettendo agli artisti di gestire direttamente i relativi metadati. La stessa SIAE, infatti, ha evidenziato che il ruolo degli intermediari è destinato a subire cambiamenti radicali, che porteranno necessariamente a delle modifiche nei relativi modelli di business. Anche per tale ragione ha dichiarato di voler condividere in un’ottica aperta i risultati del progetto, con l’augurio che una soluzione di questo tipo venga adottata da tutte le società di gestione collettiva a livello globale. Le soluzioni basate su tecnologie blockchain, infatti, sono scalabili per definizione, con l’effetto che per aversi risultati significativi devono essere adottate su larga scala.

Su un argomento simile può essere interessante l’articolo “Il MISE avvia la consultazione pubblica sulla strategia italiana per la blockchain e i registri distribuiti”.

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