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La risoluzione del Parlamento critica la bozza di decisione di adeguatezza per il trasferimento dei dati verso il Regno Unito fondandosi su considerazioni legate alla mancata conformità a “Schrems II” e ai recenti pareri dell’EDPB. 

Con 344 favorevoli, 311 contrari e 28 astenuti, venerdì 21 maggio 2021, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che invita la Commissione Europea ad emendare le due bozze di decisione di adeguatezza per il trasferimento dei dati verso il Regno Unito. La risoluzione del Parlamento sulla bozza di decisione di adeguatezza per il trasferimento dei dati verso il Regno Unito si fonda su considerazioni legate alla conformità a “Schrems II” e ai recenti pareri dell’EDPB.

In particolare, il Parlamento ritiene che le due bozze non siano attualmente coerenti con il diritto dell’UE. In tal senso, laddove la Commissione decidesse di adottarle senza aver risolto le criticità espresse nella risoluzione, violerebbe i margini di legalità stabiliti dal regolamento generale sulla protezione dei dati (regolamento (UE) 2016/679) (“GDPR”) e dalla Direttiva (UE) 2016/680 (cd. Law Enforcement Directive). Sulla scia dell’EDPB, la risoluzione evidenzia una serie di criticità legate al livello di adeguatezza garantito dall’impianto normativo britannico, evidenziando presunte carenze relative all’operato dell’Information Commissioner’s Office (“ICO”), al trasferimento successivo di dati verso Paesi extra-SEE ed ai programmi di sorveglianza di massa effettuabili dalle autorità di Intelligence nel Regno Unito.

Il Parlamento europeo, pertanto, invita la Commissione e le autorità competenti del Regno Unito a istituire un piano d’azione preordinato ad affrontare tempestivamente le criticità individuate dall’EDPB. Inoltre, la risoluzione invita le autorità nazionali di controllo a procedere alla sospensione delle attività di trasferimento di dati personali verso il Regno Unito qualora le decisioni di adeguatezza contestate venissero adottate. Tale impostazione sarebbe giustificata dall’assenza di adeguate “guarentigie” all’accesso ed al controllo esercitabile dall’intelligence britannica sui dati importati. La risoluzione dei nodi indicati dal Parlamento, dunque, sarà una condizione preliminare necessaria all’adozione di una decisione di adeguatezza definitiva e stabile.

Ci si pone quindi il problema se la Commissione europea sarà in grado di modificare le decisioni di adeguatezza e di adottarle entro la fine di giugno 2021, quando il periodo transitorio previsto dall’accordo sulla Brexit sulla base del quale rimaneva una temporanea libera circolazione dei dati personali verso la Gran Bretagna scadrà. Se le decisioni di adeguatezza non fossero adottate entro la fine del mese di giugno, le società dovranno adottare le clausole contrattuali standard ed eseguire una valutazione del trasferimento dei dati personali ai sensi della sentenza Schrems II anche per i trasferimenti verso la Gran Bretagna.

Su un simile argomento può essere interessante il podcast “Transfer: Il tool di legal tech di DLA Piper per valutare i trasferimenti dei dati dopo la sentenza Schrems II”.

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