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L’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo (OEA) pubblica un nuovo report sui rimedi nazionali contro la pirateria online di contenuti sportivi .

La pirateria informatica rappresenta una tematica particolarmente rilevante nell’universo della proprietà intellettuale, considerando la scala globale del fenomeno e che la stessa pone sfide di medesima natura per tutti i diversi ordinamenti giuridici, che devono elaborare strategie atte a tutelare efficacemente i diritti di tutti i soggetti coinvolti.

La pirateria informatica è da molto tempo oggetto di diversi studi giuridici, che hanno analizzato il fenomeno sotto diverse prospettive. Ad esempio, con riferimento alla pirateria online avente ad oggetto contenuti sportivi, riportiamo la recente pubblicazione di un interessantissimo report, prodotto su richiesta della Commissione Europea da parte dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo (OEA).

Traendo brevi considerazioni dal contenuto di questo accurato report, che costituisce una delle più vaste analisi recenti nel campo della protezione del diritto di autore, si riporta come sussistano alcune tendenze significative comuni a molti ordinamenti per ciò che concerne gli approcci e le soluzioni adottate. Il report ha infatti esaminato, tramite una prospettiva comparatistica, la portata della protezione dei contenuti audiovisivi sportivi a livello nazionale prendendo in considerazione gli ordinamenti dei 27 Stati membri dell’Unione Europea e del Regno Unito, soffermandosi in particolare anche sugli approcci tecnologici progettati per bloccare la pirateria e sui criteri per l’emissione delle dynamic injunctions e delle live injunctions.

Il report ha riscontrato come la differente natura dei diritti detenuti da organizzatori, club, leghe o emittenti abbia un concreto impatto sulla possibilità per gli stessi di intraprendere azioni legali ed, ovviamente, sui diversi tipi di protezione che possono essere concessi a seguito della promozione delle proprie azioni in giudizio.

Una riflessione che certamente scaturisce dalla lettura del report è che la direttiva 2000/31/CE (la nota “Direttiva E-commerce”) non sia riuscita a far raggiungere una vera e propria uniformazione delle procedure di “notice and take down” che costituiscono la primaria risposta dinanzi all’accertamento delle violazioni.

Una ulteriore osservazione derivante dal lavoro dell’Osservatorio concerne la natura dei rimedi utilizzati e la loro riconducibilità alle normali regole procedurali. Gli studiosi hanno infatti sottolineato come, se è vero che per la maggior parte dei paesi analizzati le injunctions sono emesse sulla base delle regole genericamente previste dai codici di procedura (civile e penale), in alcuni paesi (come l’Austria o la Finlandia) si è prevista l’applicabilità di specifiche disposizioni derivanti dalla legislazione sul copyright.

Ancora in tema di differenti risposte “dinamiche” alle violazioni (che già rappresentano l’evoluzione delle classiche ingiunzioni giudiziali “statiche”), l’Osservatorio ha riportato come in molti paesi si sia affermato un uso dinamico dei “blocking orders”, che consente di estendere la portata degli ordini di inibitoria al di là dei websites esistenti al momento della pronuncia, così da poter rendere l’ordine efficace anche con riferimento a future possibili violazioni poste in essere dai medesimi destinatari delle misure.

Rilevantemente, e questo è di grande interesse anche per gli interpreti italiani in vista di una possibile evoluzione in tale senso dei rimedi adottabili dalle corti italiane, viene riportato anche come le corti di paesi come l’Irlanda, la Spagna ed il Regno Unito abbiano iniziato a disporre “live blocking injunctions”, cioè degli ordini di blocco di breve durata che gli Internet Service Providers sono tenuti ad adottare rapidamente per non incorrere in penali. Ad esempio, la High Court olandese, in uno dei casi analizzati nel report, ha disposto verso l’Internet Service Provider coinvolto nella vicenda di pirateria di implementare un ordine di inibitoria entro 30 minuti dalla ricezione della notifica da parte dei titolari dei diritti violati tramite pirateria informatica.

L’analisi contenuta nel report menzionato consente non solo quindi di conoscere il panorama attuale dei rimedi contro la pirateria online di eventi sportivi a livello comunitario, ma anche di poter ragionevolmente prevedere gli sviluppi che potranno avere luogo in detto campo in Italia, tanto a livello normativo quanto a livello giudiziale.

Su un simile argomento può essere interessante l’articolo “L’EUIPO ha pubblicato il report sulla violazione online del copyright nel settore media e intrattenimento

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