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La realizzazione e lo sfruttamento di brevetti relativi al metaverso apre nuove problematiche legali alla luce del contesto in cui questa tecnologia opera.

Ad oggi, non sono poche le imprese che hanno iniziato a sviluppare tecnologie in vario modo attinenti al metaverso, tutelandone gli aspetti inventivi mediante la presentazione di domande di brevetti.

Se immaginare e prevedere le possibili implicazioni e sfide che l’avvento del metaverso pone rispetto al diritto d’autore o ai diritti di esclusiva collegati ai segni registrati costituisce già un esercizio mentale e tecnico particolarmente interessante, altrettanto affascinante è cercare di prevedere e descrivere le problematiche legali che il metaverso potrà avere sul mondo dei brevetti, e le sfide che ne deriveranno.

Ad oggi, non sono poche le imprese che hanno iniziato a sviluppare tecnologie in vario modo attinenti al metaverso, tutelandone gli aspetti inventivi mediante la presentazione di domande di brevetti.

A tale riguardo, da alcune ricerche esplorative condotte sui principali database, emerge come l’attenzione inventiva rispetto al metaverso non sia un fenomeno relegabile soltanto all’ultimo biennio, in cui il metaverso stesso è diventato una vera e propria buzzword nei principali discorsi economico-finanziari, essendo invece numerose e rilevanti le domande di brevetto presentate già in tempi meno recenti.

Tali dati consentono di comprendere come molte imprese abbiano da tempo sviluppato un chiaro progetto imprenditoriale basato sullo sfruttamento economico dei propri sforzi innovativi e dei diritti esclusivi che ne possono derivare, e come le stesse considerino il metaverso non già come una bolla speculativa, bensì come una futura e concreta opportunità economica, da sfruttare anche – e forse soprattutto – mediante l’ottenimento di privative brevettuali.

È la stessa analisi di alcune delle domande di brevetto attinenti il metaverso che consente di prendere atto di come gran parte delle invenzioni – seppur non la totalità delle stesse – concernano supporti hardware necessari per l’accesso al metaverso stesso e per “vivere” quest’ultimo nel modo più realistico possibile.

Se le innovazioni hardware tutelate includono, a titolo non esaustivo, i dispositivi fisici per accedere nell’ambiente virtuale tramite la realtà virtuale o la realtà aumentata, le innovazioni in ambito software potrebbero concernere invece, ed in parte già riguardano, i processi eseguiti nel “mondo” metaverso ed i meccanismi di accesso e permanenza nello stesso.

Molte delle invenzioni relative al metaverso hanno ad oggetto particolari tecnologie volte a “personalizzare” il più possibile l’esperienza e la permanenza dell’utente nell’universo digitale, talvolta anche prescindendo dai supporti hardware come i visori AR e VR. Ad esempio, una nota società di intrattenimento ha ottenuto negli Stati Uniti la protezione brevettuale per un “virtual world simulator”, che potrebbe consentire all’utente di muoversi liberamente all’interno di un parco divertimenti situato nel metaverso, interagendo con l’ambiente virtuale circostante anche senza fare ricorso a strumenti come occhiali o visori.

Ancora sul tema della personalizzazione dell’universo-metaverso, oggetto dell’analisi dell’U.S. Patent Office è stato anche un sistema di ingresso e uscita dagli ambienti virtuali del metaverso, che consente di avere un’anteprima della “stanza virtuale” in cui l’utente desidera entrare, permettendo di controllare e filtrare i contenuti di un ambiente virtuale prima di accedervi.

È evidente quindi, stante la correlazione tra domande di brevetto e i benefici economici a queste connesse, che sviluppare un cospicuo portfolio di invenzioni relative al metaverso è strategia idonea a garantire ai più lungimiranti player del settore digitale e non – si vedano le numerose domande di registrazione presentate da note società del settore della ristorazione fast food – un vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori economici, proiettandosi verso un nuovo mercato dalle smisurate potenzialità di crescita, accompagnati dalla garanzia di una privativa avente ad oggetto la propria tecnologia.

Il metaverso, peraltro, porrà significative sfide e rappresenterà senz’altro un banco di prova anche per l’attuale disciplina in tema di brevettabilità del software, storicamente oggetto di approcci e interpretazioni diversi da parte dell’ordinamento europeo e statunitense. Sarà dunque necessario e interessante osservare con attenzione, e da un punto di vista comparatistico, l’evoluzione che si registrerà in seno alla giurisprudenza negli anni a venire.

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