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Lo sviluppo del metaverso potrebbe portare ad un riesame dell’attuale framework legislativo, per valutare se l’attuale normativa sia effettivamente adeguata a fronteggiare la molteplicità di nuove sfide e paradigmi innovativi introdotti, soprattutto in vista di una nuova ridefinizione del concetto di autore e di opere tutelate dal diritto d’autore.

In base alla normativa vigente in Italia, sono protette dal diritto d’autore le opere dell’ingegno creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione, come previsto dall’art. 1 della Legge 22 aprile 1941, n. 633 (c.d. Legge sul Diritto d’Autore, l.d.a.). Sono protetti altresì i programmi per elaboratore, purché siano risultato di creazione intellettuale dell’autore (Art. 2 l.d.a.). È, quindi, evidente come molte delle caratteristiche intrinseche e degli elementi del metaverso sono ricompresi nell’ambito di applicazione del diritto d’autore, tra cui i codici di programmazione e i software utilizzati per la creazione del metaverso stesso, oltre che le opere creative grafiche e le registrazioni di suoni utilizzate e circolate in tale spazio virtuale. Dato il carattere innovativo di questa nuova realtà virtuale, non è da escludere che l’avvento del metaverso potrà comportare un aggiornamento ed un ampliamento della percezione e della definizione stessa di opere protette dal diritto d’autore, al fine di ricomprendere contenuti sviluppati esclusivamente a livello virtuale. In tal senso, potrebbe anche essere necessario ridefinire il concetto stesso di autore e della titolarità dei diritti legati a tale figura, soprattutto laddove il contenuto venga creato da più soggetti o utilizzando opere rielaborate di terzi.

È possibile ipotizzare che il metaverso porterà diversi benefici ai titolari di diritto d’autore. Infatti, coloro che per primi ne realizzeranno e programmeranno determinate caratteristiche, potranno godere di una posizione predominante per aver anticipato i propri concorrenti, potendo così pretendere, legittimamente, il pagamento di royalties da parte di coloro che svilupperanno ed elaboreranno successivamente i codici. In ogni caso, è necessario precisare che allo stato attuale, il metaverso non si presenta come un mondo virtuale decentralizzato e integrato, bensì come degli spazi diversi e separati gestiti dai singoli (c.d. “walled gardens”), sviluppati tramite software differenti. Uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione sarà, quindi, l’interoperabilità dei programmi a fondamento del metaverso, che dovranno essere in grado di comunicare tra loro al fine di scambiare e processare informazioni. Per i programmatori e autori di software, quali titolari del diritto d’autore, l’interoperabilità potrà rappresentare un vero e proprio problema, dal momento che la loro autorizzazione non è sempre richiesta (purché vengano rispettate alcune condizioni) al fine di ottenere quegli elementi che sono necessari per implementare i principi di interoperabilità sui programmi.

Il metaverso potrà essere concepito quale nuovo canale di distribuzione per lo sfruttamento delle opere protette dal diritto d’autore, che inevitabilmente porterà allo sviluppo di nuovi modelli di business. Ad esempio, nel metaverso la struttura di una performance sarà differente rispetto a quella di una rappresentazione dal vivo o anche online, proprio perché si tratta una piattaforma chiusa che potenzialmente può restringe la fruizione ai soli soggetti e contenuti autorizzati. Sarà quindi necessario rivedere, e se necessario rinegoziare, i termini dei contratti di licenze tra creatori di contenuti e licenziatari di diritti, per verificare che l’uso e lo sfruttamento delle opere protette dal diritto d’autore sia stato autorizzato anche per il metaverso.

Oltre alle evidenti potenzialità ed opportunità che il metaverso può offrire, questo presenta rischi significativi per i titolari del diritto d’autore. Come già accade online, in un contesto virtuale è estremamente difficile avere una sorveglianza adeguata in grado di monitorare le violazioni e gli usi non autorizzati dei contenuti protetti dal diritto d’autore. La stessa dimostrazione dell’effettiva violazione dei diritti potrebbe risultare problematica, soprattutto nel caso in cui vi siano usi ridotti, limitati o comunque che rielaborino in una minima parte le opere protette da diritto d’autore. In tal senso, le piattaforme responsabili per lo sviluppo del metaverso potrebbero dover introdurre adeguate misure che proteggano contro la  diffusione e distribuzione non autorizzata dei contenuti protetti, anche da parte degli utenti. La struttura “chiusa” dell’attuale metaverso rappresenterebbe quindi un vantaggio, dal momento che le piattaforme potrebbero facilmente impedire ai propri utenti di raggiungere contenuti o applicazioni su fonti esterne e non autorizzate. In ogni caso, le piattaforme potrebbero essere considerate responsabili solo per l’ottenimento delle licenze dei contenuti caricati dagli utenti, non per le licenze dei diritti d’autore relativi ai contenuti immessi nella piattaforma dagli operatori commerciali.

Al fine di una maggiore tutela dei titolari di diritti, potrebbe essere indispensabile l’ideazione di nuovi sistemi di protezione, sulla scia di quelli di Digital Rights Management, che non siano facilmente rimuovibili o comunque aggirabili dagli utenti. È auspicabile, inoltre, che vengano introdotte delle procedure ad hoc che permettano ai titolari di segnalare eventuali violazioni del diritto d’autore, così da ottenere la rimozione del contenuto non autorizzato, favorendo la creazione di un regime di responsabilità delle piattaforme presenti nel metaverso, come già anche previsto per i prestatori di servizi di condivisione di contenuti online dal Decreto n. 177/2021, che ha recepito la Direttiva UE 2019/790.

In conclusione, potrebbe essere opportuno un intervento normativo comprensivo a livello europeo, con il rischio però di riscontrare successivamente una diversa implementazione da parte dei diversi Stati Membri.

Verrà quindi richiesto agli esperti di diritto di sviluppare nuove competenze combinando la conoscenza del diritto d’autore con una maggiore comprensione della tecnologia utilizzata in ambito virtuale e delle peculiarità legate alle licenze di contenuti e software all’interno del metaverso. Dal punto di vista operativo, sarà quindi fondamentale rivedere contratti di licenza per l’utilizzo delle opere al fine di ricomprendere il nuovo canale di sfruttamento del metaverso. È sperabile che le piattaforme invece introducano misure per il controllo dell’uso e della distribuzione delle opere protette da diritto d’autore, al fine di tutelare chi sia stato legittimamente autorizzato al loro utilizzo.

Su un simile argomento può essere interessante l’articolo: “Le problematiche legali dei brevetti relativi al metaverso – Il futuro è oggi” e “Il metaverso è la nuova rivoluzione del mondo della moda per i diritti di proprietà intellettuale?”.

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