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L’EUIPO ha pubblicato il discussion paper sulle tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti, la seconda fase del progetto avviato 3 anni fa.

L’Ufficio dell’Unione Europea per i Diritti Intellettuali (EUIPO), attraverso il suo Osservatorio Europeo sulle Violazioni dei Diritti di Proprietà Intellettuale, ha finalmente pubblicato, in data 22 settembre 2022, un discussion paperAutomated Content Recognition: IP Enforcement and management use cases“, ovvero sulle tecnologie di Riconoscimento Automatico dei Contenuti.

Lo studio costituisce la seconda fase del noto progetto già avviato nel 3 anni fa e che ha condotto alla pubblicazione del primo report del novembre 2020: “Automated Content Recognition: Existing technologies and their impact on IP”.

Per chiarire meglio il contenuto di questo documento di discussione, ricordiamo che non esiste una definizione universalmente accettata e standardizzata delle tecnologie di Riconoscimento Automatico dei Contenuti.

Si intendono però con tecnologie riconoscimento automatico dei contenuti tutti quegli strumenti tecnologici che, per mezzo di un processo “automatico”, e quindi senza l’intervento della revisione umana, consentono di identificare e riconoscere il tipo di contenuto memorizzato in un file digitale o collocato in un ambiente offline e riconosciuto da una fotocamera.

Alcuni degli ambiti in cui queste tecnologie possono essere utilizzate sono certamente il commercio elettronico o il controllo di contenuti online illegali o dannosi sui mercati dell’e-commerce, i social media o anche le piattaforme di condivisione video.

É importante considerare come la ricerca dell’EUIPO si sia concentrata su tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti come l’Hashing, il Watermarking ed il Fingerprinting.

Se l’”hashing” è probabilmente il concetto più noto tra quelli menzionati, è importante riconoscere che il watermarking digitale può essere utilizzato per molteplici finalità, come rendere conoscibile ed evidente a tutti gli utenti chi sia il proprietario del documento, nel caso in cui il marchio sia visibile; dimostrare l’originalità di un documento non oggetto di attività contraffattiva; impedire la diffusione di copie non autorizzate oppure segnare il percorso di vendita del documento, servendosi di un marchio differente per ogni acquirente.

Si parla invece di fingerprint di un file quando si fa riferimento ad una sequenza alfanumerica di bit, di una lunghezza prefissata, che identifica quel file con le caratteristiche intrinseche stesse del file. La fingerprint viene normalmente utilizzata per garantire l’autenticità e sicurezza dei file, ovvero per identificare agevolmente i file distribuiti in rete tramite file-sharing.

Come affermato dall’EUIPO, in alcuni casi, queste tecnologie vengono combinate per ottimizzare le risorse necessarie al riconoscimento dei contenuti, migliorando al contempo il riconoscimento.

Secondo gli esperti, dunque, la sfida più grande nello sviluppo e nell’implementazione di una determinata soluzione di riconoscimento automatico dei contenuti consiste nel trovare il giusto equilibrio tra l’accuratezza nel riconoscimento dei contenuti, la robustezza nel resistere alle alterazioni dei contenuti e le risorse tecniche e gli investimenti necessari per implementarla e gestirla.

Questa seconda fase di studio sulle tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti, inoltre, si è concentrata sull’impiego concreto che i titolari dei diritti e le autorità preposte alla applicazione della legge fanno delle tecnologie menzionate e ha descritto, fornendo una prospettiva generale, tanto le sfide quanto le opportunità che tali tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti offrono o celano in specifici contesti di violazione dei DPI, tanto online che offline.

Nelle conclusioni del documento, l’EUIPO coglie poi l’occasione per affermare che, come dimostrato dai casi d’uso analizzati nell’opera, varie tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti fanno già parte degli strumenti di supporto alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

In molti casi, ad esempio, il riconoscimento dei contenuti è solo un componente essenziale di soluzioni più ampie che possono: portare alla rimozione automatica o alla notifica di contenuti potenzialmente in violazione della proprietà intellettuale di artisti; combinare le conoscenze acquisite attraverso le tecnologie di riconoscimento automatico dei contenuti con informazioni contestuali o comportamentali per perfezionare l’individuazione di contenuti e attività che violano la proprietà intellettuale; supportare il lavoro investigativo per identificare la fonte dei contenuti che violano la proprietà intellettuale ed elaborare la migliore strategia per affrontarli.

Su di un simile argomento, può essere di interesse l’articolo “Proposte CE responsabilità per intelligenza artificiale ed era digitale (dirittoaldigitale.com)

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