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In uno dei momenti più critici per il mondo crypto, in cui un importante exchange, FTX, è stato dichiarato fallimento, l’autorità regolatoria statunitense Security Exchange Commission (SEC), vince la causa contro un importante network su blockchain, suscitando molto scalpore tra gli operatori di cryptovalute e token.

Un importante network basato su blockchain, che si occupa di condivisione di contenuti multimediali tokenizzati, è stato accusato dalla SEC di aver gestito securities non registrate ai sensi della normativa statunitense. In particolare, la SEC ingiungeva il network contro la vendita di token; la restituzione dei ricavi; e il pagamento delle diverse sanzioni amministrative irrogate dall’autorità.

La linea difensiva del network blockchain è stata quella di considerare la vendita di token, avente contenuto multimediale, come beni digitali che hanno una determinata funzione (utility), perciò quella di commodity piuttosto che di strumento finanziario. In aggiunta, il network sanzionato, si è difeso sostenendo che non sarebbe stato informato adeguatamente sui requisiti normativi in forza dei quali suddetti token rientrano nelle leggi sulle securities.

La corte distrettuale del New Hampshire ha respinto le argomentazioni della parte resistente citando un precedente giurisprudenziale che da molto tempo si cita in tema di riqualificazione degli asset come strumenti finanziari. In altre parole, il network avrebbe dovuto conoscere le leggi applicabili in materia di securities e basare le proprie valutazioni sul c.d. test di Howey. Quest’ultimo nasce dalla sentenza della Corte Suprema del 1946 nel caso SEC vs. W.J. Howey Co. In tal senso, la SEC utilizza i seguenti parametri per determinare se un certo asset è un contratto di investimento, in particolare si deve trattare di (i) un investimento in denaro; (ii) effettuato nell’ambito di un’impresa comune; (iii) che generi un’aspettativa di profitto; e (iv) che tali profitti siano frutto di sforzi di terze parti. Sebbene la maggior parte delle Initial Coin Offering (ICO) rientrino sotto la regolamentazione dei contratti di investimento, in realtà, la poliedricità del mondo crypto, rectius dei token, rende altamente grigia la loro qualificazione giuridica.

In conclusione, il giudice americano ha quindi qualificato i token del network su blockchain come securities. Ciò, rappresenta un’importante decisione che potrebbe, in futuro, essere utilizzata come precedente sostenere la nozione di security si estende anche a token analoghi che quindi diventerebbero regolati dalla SEC. Inoltre, tale decisione potrebbe aprire nuovi scenari in punto di definizione giuridica dei token, nel caso in cui essi abbiano funzioni sia di investimento che di utility; del resto, i giudici del New Hampshire non si sono espressi rispetto la natura di quei token che hanno una finalità di utilizzo combinata, ovvero sia di utility sia di investimento, ma soltanto quelli che sono stati emessi nell’ambito di ICO.

Su di un simile argomento, può essere interessante l’articolo “Distributed ledger technology (DLT): Approvato il Regolamento UE sul regime pilota per gli strumenti finanziari”.

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