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Con decreto ministeriale n. 161/2023, il Ministero della Cultura ha adottato nuove linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni culturali.

Tali linee guida, adottate ai sensi e per gli effetti dell’articolo 108, comma 6, del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42), definiscono gli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi di concessione richiesti ai singoli richiedenti per l’uso di spazi e la riproduzione dei beni culturali in consegna ad istituti e luoghi della cultura dello Stato, di cui all’articolo 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Le linee guida sanciscono che, indipendentemente dal canone o dal corrispettivo individuato, la concessione per l’uso e la riproduzione dei beni culturali è comunque subordinata alla previa verifica di compatibilità della destinazione d’uso della riproduzione con il carattere storico-artistico dei medesimi.

Ai fini della determinazione dei canoni di concessione in uso degli spazi e/o dei corrispettivi di riproduzione, il documento individua due diverse tipologie di concessioni: la riproduzione di beni e l’uso degli spazi; a loro volta, tali tipologie sono suddivise in dodici macro-prodotti: per quanto concerne la riproduzione dei beni, stampe fotografiche, immagini digitali, videoclip, diapositive, fotocolor, microfilm (duplicazione). ingrandimento da microfilm, fotocopie e scansioni. Per quanto concerne l’uso degli spazi: spazio in consegna al concedente, riprese video, cinematografiche e televisive e servizi fotografici.

La sezione A relativa alle ipotesi di riproduzioni di beni culturali riguarda altresì i casi di riuso delle medesime copie e/o riproduzioni, anche in formato di dati e, a seconda della finalità perseguita, la normativa vigente distingue tra riproduzioni a scopo non lucrativo o per finalità non commerciali (a titolo esemplificativo quelle per finalità di studio, ricerca, libera manifestazione del pensiero o espressione creativa e promozione della conoscenza del patrimonio culturale) e riproduzioni a scopo lucrativo o per finalità commerciali (come nel caso di riproduzioni richieste o eseguite da destinare alla vendita sul mercato). Tali riproduzioni possono essere eseguite da privati con mezzi propri oppure dall’amministrazione su richiesta da parte di soggetti pubblici e privati.

Vi sono due eccezioni interessanti, una delle quali riguarda il riuso di documenti contenenti dati pubblici. Infatti, la direttiva europea 2019/1024 ha stabilito un generale principio di gratuità per il riuso dei dati in possesso di pubbliche amministrazioni e organismi di diritto pubblico, con possibilità di prevedere il pagamento di una tariffa limitata al recupero dei soli costi marginali. Un’altra eccezione è posta per i contenuti prodotti e resi disponibili da biblioteche, musei e archivi in ragione dell’onerosità delle attività di produzione e conservazione dei dati del patrimonio culturale nazionale. Gli istituti culturali pubblici, ivi inclusi quelli statali, possono richiedere il pagamento di tariffe superiori ai costi marginali per generare ricavi rispetto all’investimento pubblico richiesto.

La sezione B, relativa all’uso degli spazi, ha ad oggetto invece la concessione d’uso di spazi a scopo individuale o privato presenti nell’ambito delle strutture in consegna agli istituti concedenti. Gli spazi saranno individuati dall’istituto concedente e dal canone devono essere esclusi eventuali servizi, le somme da destinare al personale del Ministero della cultura per lo svolgimento delle prestazioni finalizzate a garantire la tutela del patrimonio culturale e la sicurezza dei luoghi e degli utenti e le spese connesse all’eventuale cauzione richiesta dal concedente a garanzia del risarcimento da danni a cose o a persone.

La tabella 7 delle linee guida prevede altresì i coefficienti per percentuale sulle vendite di NFT.

Stando a quanto delineato nelle Linee Guida, ciascun istituto potrà adottare un proprio tariffario e prevedere canoni e corrispettivi superiori rispetto a quanto contenuto nelle linee guida medesime; tali canoni dovranno essere pubblicati nei rispettivi siti istituzionali e trasmessi alla Direzione generale competente per la raccolta e la successiva pubblicazione sulle rispettive sezioni presenti sul sito internet istituzionale del Ministero della Cultura.

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