L’ 8 agosto 2023 è entrata in vigore la Legge n. 93/2023 sulla distribuzione illecita di contenuti protetti dal diritto d’autore attraverso le reti di comunicazione elettronica.
Le disposizioni introdotte dalla Legge 93/2023 sono volte a proteggere la proprietà intellettuale e tutte le figure ad essa collegate, come aziende, scrittori, artisti e creativi. Il testo mira ad incentivare una maggiore responsabilità tra gli intermediari e gli utenti online, garantendo al contempo i diritti legati alla riservatezza delle comunicazioni e sostenendo la libertà di esprimersi e di informare.
Inoltre, il nuovo pacchetto legislativo si basa su “principi fondamentali” stabiliti negli articoli 41 e 42 della Costituzione, nell’articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Convenzione di Parigi, relativa alla protezione e alla promozione della varietà delle espressioni culturali. Difatti, si enfatizza l’importanza della tutela della proprietà intellettuale per l’innovazione e la creatività e si sottolinea la necessità di sostenere le creazioni italiane, anche economicamente, e di responsabilizzare gli intermediari online contro la contraffazione.
Il contesto e il motivo dell’intervento
Per comprendere meglio il contesto, è importante sottolineare che le attività criminali legate alla pirateria hanno un impatto economico notevole, causando perdite per circa 1,7 miliardi di euro in termini di fatturato nell’industria audiovisiva. Secondo l’indagine del 2022, realizzata da IPSOS per FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), i numeri sulla pirateria digitale, in particolare nel campo audiovisivo e sportivo, sono preoccupanti. Infatti, i dati mostrano che il 42% della popolazione adulta ha avuto a che fare con contenuti piratati come film, serie e eventi sportivi in diretta.
Il sondaggio di Ipsos mostra anche che la pirateria digitale rappresenta il principale canale di accesso a contenuti illeciti. Pertanto, la strategia più efficace per combatterla sembra essere il blocco dei siti pirata.
Intervento del legislatore
Di fronte a questo scenario, il legislatore ha introdotto misure ancora più severe contro la pirateria online.
In particolare, l’art. 2 amplia i poteri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che mediante un provvedimento può bloccare l’accesso a contenuti illegali, estendendo il blocco anche a futuri domini o indirizzi IP correlati. Tale provvedimento è adottato in risposta a una richiesta presentata dal detentore del diritto, dal licenziatario, da un’entità di raccolta a cui il titolare ha dato mandato, o da una figura riconosciuta come “segnalatore attendibile”, come definito ai sensi dell’articolo 22, paragrafo 2, del Digital Service Act (DSA).
A seguito dell’emanazione dell’ordine di disabilitazione, quest’ultimo è tempestivamente notificato dall’Autorità ai fornitori di servizi internet, ai gestori di motori di ricerca e a coloro che facilitano l’accesso ai siti o servizi illegali. Chi gestisce tali siti è obbligato ad attuare le direttive dell’Autorità al più presto, e comunque entro 30 minuti dalla ricezione della notifica. Successivamente, l’Autorità inoltra un elenco delle disabilitazioni alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma. Quando richiesto dall’Autorità, gli enti soggetti a queste misure riferiscono anche alla Procura le azioni eseguite in seguito agli ordini e condividono tutte le informazioni utili a identificare chi ha divulgato il contenuto illecitamente.
Più in generale, l’art. 3 introduce misure più rigide contro la pirateria legata al cinema, all’audiovisivo e all’editoria, prendendo di mira esplicitamente il “camrecording” – la registrazione non autorizzata nelle sale cinematografiche – che viene ora riconosciuto come reato. Questa fattispecie riguarda chi effettua registrazioni su supporti digitali, sia audio che video, di opere cinematografiche, audiovisive o editoriali, o chi ne fa una riproduzione o comunicazione illecita. Ad oggi, la sanzione pecuniaria prevista per questo tipo di illecito è pari a 5.000 euro, rispetto ai precedenti 1.032 euro.
In conclusione, il nuovo quadro legislativo mira a bilanciare un’azione di contrasto efficace con l’investimento nella cultura della legalità, in sinergia con le nuove misure europee. Queste direttive si integrano perfettamente con le nuove normative europee, introdotte dal DSA, volte a garantire la rettitudine dei nuovi intermediari digitali.
Su un simile argomento, può essere interessante l’articolo: “Prodotti contraffatti e pirateria online: il nuovo report EUIPO“.