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Il 21 marzo 2024, il Tennessee ha approvato l’Ensuring Likeness and Image Security (Elvis Act), una legge pionieristica entrata in vigore il 1° luglio 2024. Questo provvedimento mira a salvaguardare cantautori, artisti e in generale professionisti dell’industria musicale dai potenziali pericoli derivanti dall’uso non autorizzato delle loro voci e immagini da parte dell’intelligenza artificiale (“AI“) generativa.

L’Elvis Act (che prende il nome da Elvis Presley, icona della musica) rappresenta un notevole traguardo nella tutela del diritto d’autore, ma il suo carattere più innovativo risiede nell’estensione al diritto pubblicitario per includere anche l’uso illecito della voce degli artisti. Infatti, con l’aumento dell’uso negli Stati Uniti – come del resto in tutto il mondo – dell’AI generativa per creare voci e immagini realistiche, la reputazione, l’immagine e il valore commerciale dei singoli artisti sono spesso minacciati. Questa legge si propone di contrastare tali minacce, regolando l’uso dell’AI generativa e garantendo agli artisti il controllo della propria identità.

Dunque, tale provvedimento si prefigge di proteggere gli artisti da potenziali problemi, soprattutto di natura economica, relativi al plagio computerizzato della loro voce o immagine, cosa ormai alla portata di una qualsiasi applicazione o programma di uso comune. Con l’entrata in vigore dell’Elvis Act, gli artisti potranno avvalersi di una normativa specifica per richiedere risarcimenti per danni derivanti dall’uso illecito della loro identità, compresi cloni vocali e immagini realistiche generate senza consenso.

Questo esempio rappresenta un passo importante verso l’adattamento delle leggi all’era delle nuove tecnologie, che oggi giorno non fungono solo da strumenti creativi ma facilitano anche la diffusione delle cosiddette repliche digitali. Infatti, l’Elvis Act arriva in un momento in cui sono numerosi i contenziosi legali contro gli sviluppatori di AI per l’uso improprio di contenuti protetti da copyright.

Un esempio significativo è il caso dell’attrice Scarlett Johansson, che nel 2023 ha intentato una causa contro un’app che aveva creato uno spot usando la sua immagine e voce senza autorizzazione. Analogamente, gli eredi del comico George Carlin hanno citato in giudizio i creatori del podcast Dudesy per aver utilizzato la voce di Carlin in un video su YouTube, violando conseguentemente la normativa in materia di diritto d’autore e diritto di pubblicità. Altro caso rilevante è Young v. NeoCortext Inc., in cui i partecipanti del reality show The Big Brother hanno avviato un’azione legale collettiva contro uno sviluppatore di software per l’uso non autorizzato delle loro immagini e sembianze.

Evidentemente, l’esplosione di questi contenziosi – insieme ad altri pericoli – ha comportato la necessità di prevedere norme ad hoc volte a proteggere i diritti d’autore e pubblicitari degli artisti messi in pericolo nell’era dell’AI generativa. L’Elvis Act rappresenta una delle risposte più recenti a questa esigenza.

Con l’AI in rapida evoluzione, è fondamentale che ogni giurisdizione continui ad adattarsi per proteggere gli artisti e i loro diritti in un mondo sempre più digitale. D’altronde questo è proprio ciò che sta accadendo ultimamente: anche in Europa è approdato in Gazzetta Ufficiale il tanto atteso AI Act, che – tra le altre cose – segna un importante passo avanti in questa direzione.

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