Con Delibera 55/25/CONS del 6 marzo 2025, pubblicata il 14 marzo scorso, l’AGCom ha avviato una consultazione pubblica avente ad oggetto un documento di ricognizione delle condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche (d.lgs. 259/2003, come modificato dal d. lgs. 207/2021 – CCE) alle Content Delivery Network.
Le “Content Delivery Network” o “CDN” sono reti costituite da un insieme di server distribuiti geograficamente (noti anche come “cache“), finalizzate a velocizzare e ottimizzare la consegna dei contenuti agli utenti finali. Come osservato dall’AGCom, tale tipologia di rete fa sì che la richiesta di un particolare contenuto sia soddisfatta dal server più prossimo all’utente e in tempi più rapidi rispetto al caso in cui dovesse essere gestita dalla sede centrale del fornitore di contenuti. In linea generale, quindi, come osservato dall’Autorità, la trasmissione di contenuti tramite CDN consente, da un lato, di migliorare la qualità del servizio offerto, velocizzando l’accesso al contenuto; dall’altro, di evitare la congestione delle dorsali di rete interessate dalla trasmissione contestuale di traffico Internet anche non direttamente legato a quello trasmesso tramite CDN.
Tale consultazione pubblica è prevista nel contesto del procedimento istruttorio, avviato con la delibera 55/25/CONS, volto alla ricognizione delle condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale per la fornitura, il possesso, la gestione o il controllo di un’infrastruttura CDN sul territorio nazionale per la distribuzione dei contenuti via Internet, con l’obiettivo di promuovere un regime autorizzatorio coerente per tutti i fornitori di Content Delivery Network e i Content and Application Provider (“CAP”, ossia i fornitori di contenuti) .
Il documento posto in consultazione si compone di tre sezioni: (i) una sezione introduttiva; (ii) una sezione sugli orientamenti dell’AGCom circa le condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal CCE alle CDN; (iii) quesiti rivolti ai partecipanti alla consultazione.
Nella sezione introduttiva viene anzitutto illustrato il funzionamento delle CDN (come sopra descritto) e individuate le principali categorie di CDN, che in linea di massima si distinguono in (i) CDN private, nel caso in cui il fornitore di contenuti ha il completo controllo dei server costituenti la rete CDN, che vengono utilizzati unicamente per la distribuzione dei propri contenuti; (ii) CDN pubbliche (c.d. CDN global), ossia quando la rete di server è gestita da un apposito CDN provider (soggetto diverso dal CAP) che fornisce il servizio di distribuzione dei contenuti a più Content Provider che non hanno il controllo dei server e ne condividono la capacità di trasmissione e (iii) CDN mixed-use, ossia il caso in cui un fornitore di contenuti può utilizzare la propria infrastruttura di distribuzione sia per distribuire i propri contenuti che per fornire un servizio CDN a terzi.
La prima sezione approfondisce inoltre le due modalità principali di distribuzione del traffico attraverso le CDN – ossia attraverso l’interconnessione tra la rete del CAP e la rete dell’operatore ovvero mediante l’installazione direttamente nella rete dell’operatore delle cache della CDN del CAP – nonché le caratteristiche principali degli accordi commerciali tra gli operatori di comunicazioni elettroniche, i Content and Application Provider e CDN Provider.
Nella seconda sezione del documento in consultazione – che, come anticipato, riguarda gli orientamenti dell’AGCom circa le condizioni di applicabilità del regime di autorizzazione generale previsto dal CCE alle CDN – L’AGCom osserva, tra l’altro, che il regime di autorizzazione generale previsto dall’art. 11 CCE debba essere esteso anche a tutti i Content and Application Provider che possiedono, gestiscono o controllano una CDN sul territorio italiano per la distribuzione dei propri contenuti e ai CDN Provider la cui infrastruttura è collocata sul territorio nazionale. Ciò in considerazione del fatto che tali soggetti operano di fatto come fornitori di reti contribuendo alla trasmissione dei dati (accessibili al pubblico) a livello infrastrutturale.
Il documento contiene infine quattro quesiti rivolti ai partecipanti alla consultazione, ai quali viene chiesto:
- se “si condivide la ricognizione, fatta in premessa, sul principio di funzionamento delle CDN, sulle tipologie di CDN, sulla modalità di distribuzione del traffico attraverso le CDN e sugli accordi commerciali tra operatore, Content and Application Provider e CDN Provider“;
- se “si condivide che un fornitore di reti di distribuzione dei contenuti (CDN provider), nell’ambito della fornitura di servizi attraverso la propria infrastruttura CDN installata sul territorio nazionale, debba essere inquadrato nel regime dell’autorizzazione generale di cui all’art.11 del Codice“;
- se “si condivide che un fornitore di contenuti, in possesso o che gestisce o controlla un’infrastruttura CDN sul territorio nazionale per la distribuzione dei propri contenuti, debba essere inquadrato nel regime dell’autorizzazione generale di cui all’art.11 del Codice“;
- di indicare “qualora ritenuto necessario, ulteriori considerazioni sul tema“.
I soggetti interessati potranno far pervenire le proprie osservazioni circa il documento di consultazione e su eventuali altri aspetti inerenti il tema in esame entro il 13 aprile 2025.
Su un simile argomento può essere interessante l’articolo “Consultazioni pubbliche del BEREC in tema di interconnessione IP, roaming machine-to-machine e regime di autorizzazione generale”.
Autori: Massimo D’Andrea, Flaminia Perna e Matilde Losa