Negli ultimi anni, Birkenstock ha avviato una complessa battaglia legale per difendere i suoi celebri sandali e impedire la diffusione di imitazioni. Per questo motivo, l’azienda tedesca si è rivolta più volte alla Corte Federale di Giustizia tedesca, il tribunale di ultima istanza civile e penale in Germania, chiedendo tutela contro alcune aziende concorrenti – tra cui Tchibo (Germania), Bestseller (Danimarca) e Shoes.com (Stati Uniti) – accusate di copiare quattro dei suoi modelli più iconici: Arizona, Gizeh, Madrid e Boston Clog.
L’argomentazione chiave di Birkenstock? I suoi sandali non sarebbero semplici oggetti di design, ma vere e proprie opere di “arte applicata”, meritevoli della tutela del diritto d’autore. Tuttavia, la questione ha dato origine a interpretazioni contrastanti, e la giurisprudenza si è divisa: mentre alcune corti hanno riconosciuto il valore artistico dei sandali Birkenstock, altre hanno negato questa qualificazione.
Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte Federale di Giustizia tedesca ha messo un punto fermo respingendo il ricorso di Birkenstock, e stabilendo che i suoi sandali non possono beneficiare della protezione del diritto d’autore in quanto non costituiscono opere d’arte, ma oggetti di design. A sostegno della propria decisione, la Corte ha precisato che “Per la protezione del diritto d’autore di un’opera d’arte applicata, come per tutti gli altri tipi di lavoro, il livello di progettazione non deve essere troppo basso”, mentre “La creazione puramente tecnica che utilizza elementi di design formale non è idonea alla protezione del copyright. Piuttosto, per la protezione del copyright, deve essere raggiunto un livello di design che riveli l’individualità”.
La distinzione tra opera d’arte e design industriale è cruciale. Secondo la giurisprudenza tedesca, un’opera d’arte è caratterizzata da una creatività autonoma, indipendente dalla sua funzione pratica e commerciale. Il design, al contrario, è finalizzato a un uso concreto e alla produzione su larga scala, elementi che ne riducono la possibilità di beneficiare della protezione del diritto d’autore. Inoltre, secondo la normativa tedesca, mentre il diritto d’autore protegge le opere artistiche per 70 anni dopo la morte dell’autore, il design gode di una tutela più breve, fino a massimo 25 anni.
Se la tesi di Birkenstock fosse stata accolta, l’azienda avrebbe potuto estendere significativamente la protezione sui suoi sandali, ottenendo una tutela equiparabile a quella delle opere artistiche, e beneficiando dunque di un periodo di protezione più lungo.
Il verdetto della Corte tedesca si allinea ad altre decisioni in materia di diritto d’autore e design. In passato, alcuni oggetti di design, come un modello di Porsche e alcune lampade Bauhaus, hanno ottenuto la protezione del diritto d’autore. Tuttavia, nel caso dei sandali Birkenstock, la Corte ha ritenuto che non vi fosse un livello di originalità sufficiente per giustificare un simile riconoscimento.
Nonostante la sconfitta in Germania, la battaglia legale di Birkenstock non è finita. L’azienda ha già annunciato l’intenzione di portare il caso in Italia, Francia e Olanda, dove le normative sul diritto d’autore potrebbero offrire maggiori possibilità di tutela. Inoltre, non è escluso un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nella speranza di ottenere una protezione su scala comunitaria.
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