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Una società leader nello settore tech ha agito avanti il Tribunale Superiore dello Stato della California per la Contea di Santa Clara in California nei confronti di un ex-dipendente, accusandolo di sottrazione di segreti commerciali e informazioni confidenziali relativi a un visore per la realtà aumentata, attualmente in fase di sviluppo.

Secondo quanto riportato nei documenti depositati dalla società, attiva nello sviluppo di dispositivi digitali, l’ingegnere senior avrebbe copiato migliaia di file riservati, tra cui documentazione tecnica e informazioni confidenziali legate a nuovi prodotti non ancora annunciati pubblicamente. Questa condotta sarebbe in violazione degli impegni assunti dall’ex-dipendente nel proprio contratto di lavoro e nell’accordo sulla riservatezza e sulle disposizioni in materia di proprietà intellettuale (Confidentiality and Intellectual Property Agreement – IPA) fatto firmare dall’attrice.

La normativa US in materia di trade secrets

Secondo la normativa federale statunitense, è considerato segreto commerciale (trade secret) qualsiasi informazione di natura finanziaria, commerciale, scientifica, economica o ingegneristica, quali ad esempio codici, formule, progetti, prototipi o programmi, che abbia valore economico effettivo o potenziale in quanto non nota né facilmente accessibile ad altri soggetti che potrebbero trarne vantaggio economico e competitivo.

Inoltre, per essere tutelate come segreti commerciali, le informazioni devono essere oggetto di misure ragionevoli di protezione e riservatezza, che comprendono anche misure specifiche nei contratti con i dipendenti e collaboratori della società titolare dei segreti commerciali.

L’acquisizione o l’uso improprio di trade secrets è considerato illecito quando avviene tramite mezzi irregolari o fraudolenti, tra cui il furto e l’inadempimento di obblighi di riservatezza.

L’esfiltrazione dei dati aziendali dell’ex-dipendente

L’attrice sostiene che, sulla base di un’indagine forense condotta sul computer di lavoro dell’ingegnere, l’attività di esfiltrazione del materiale aziendale nell’account personale sarebbe iniziata poco prima della fine del rapporto di lavoro. Secondo quanto ricostruito dalla società tech, l’ex-dipendente avrebbe selezionato manualmente centinaia di file oggetto di sottrazione, contenenti segreti commerciali e identificati come confidenziali, li avrebbe spostati, rinominati e caricarti nell’account cloud personale, per poi cancellarli dal computer aziendale, con l’intento di eliminare ogni traccia dell’attività svolta.

Al momento delle dimissioni, l’ingegnere avrebbe dichiarato di voler lasciare l’impiego presso l’azienda leader nel settore dell’elettronica per motivi personali, senza divulgare di aver già accettato una nuova posizione presso una concorrente, attiva anch’essa nello sviluppo di dispositivi di realtà aumentata. Questa omissione avrebbe impedito alla società tech di adottare misure tempestive per limitare l’accesso non autorizzato dell’ex-dipendente a segreti commerciali e informazioni confidenziali.

Le misure adottate dalla società per la protezione dei segreti commerciali

Infatti, l’azienda tech è particolarmente attenta alla tutela dei propri dati aziendali riservati. In particolare, la sottoscrizione dell’IPA costituisce condizione essenziale per l’instaurazione del rapporto di lavoro. Tale accordo impone ai dipendenti l’obbligo di proteggere le informazioni confidenziali della società e di non divulgarle a terzi, obbligo che permane anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Inoltre, la società eroga regolarmente attività formative specifiche in materia di riservatezza in cui viene ribadita l’assoluta confidenzialità delle informazioni proprietarie aziendali.

Particolare attenzione è riservata ai dipendenti che lasciano la società: al momento della cessazione del rapporto di lavoro, la società adotta misure volte a prevenire la dispersione o l’uso improprio di materiali riservati, richiedendo la restituzione dei dispositivi aziendali assegnati e la cancellazione di eventuali file, documenti o software riservati, di proprietà aziendale o di terzi. Ai dipendenti in uscita viene inoltre fornita una checklist che sottolinea l’obbligo di restituire o distruggere ogni documento contenente segreti commerciali e informazioni confidenziali, al fine di garantire l’adempimento degli obblighi di riservatezza prima della conclusione effettiva del rapporto di lavoro.

Le richieste della società

La nota azienda tech statunitense sostiene che l’ex-dipendente, che ha agito in violazione dei propri obblighi contrattuali e delle procedure aziendali previste per i dipendenti dimissionari, potrebbe utilizzare i dati e i segreti commerciali sottratti per favorire il nuovo datore di lavoro. In particolare, l’azienda concorrente starebbe sviluppando un proprio paio di occhiali AR e informazioni trafugate potrebbero accelerare significativamente il progresso tecnologico del nuovo prodotto.

La società leader nello sviluppo di dispositivi digitali ha chiesto, pertanto, l’intervento del tribunale per ottenere un risarcimento danni ancora non quantificato e ha chiesto che sia ordinato all’ex-dipendete di restituire le informazioni proprietarie, autorizzando l’analisi forense dei dispositivi personali e degli account cloud dell’ex-dipendente, al fine di verificare l’effettiva rimozione di dati sottratti.

La tutela di trade secrets nel settore tech passa anche dai dipendenti

Questo caso conferma la crescente tensione nel settore tecnologico in merito alla protezione dei trade secrets, soprattutto in un momento in cui la concorrenza sull’innovazione nei dispositivi tecnologici si fa sempre più serrata. Conseguentemente, la tutela segreti commerciali e delle informazioni confidenziali rappresenta una priorità strategica per le aziende del settore tecnologico.

Per fronteggiare i rischi connessi alla dispersione o all’uso improprio di tali asset immateriali, le imprese devono adottare misure preventive e organizzative mirate, tra cui la stipula di accordi specifici con i dipendenti volti a disciplinare l’uso e la riservatezza dei dati aziendali e dei segreti commerciali. A ciò si affiancano protocolli rigorosi applicati nella fase di cessazione del rapporto di lavoro, che prevedono la restituzione dei dispositivi aziendali, la cancellazione di dati riservati da qualsiasi supporto nella disponibilità dell’ex-dipendente e l’obbligo formale di non trattenere documentazione proprietaria. Tali strumenti si rivelano essenziali per salvaguardare l’integrità del patrimonio informativo delle società e per mitigare il rischio di esfiltrazione di segreti commerciali e informazioni riservate.

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