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Nel giugno 2025, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) ha lanciato la campagna “What’s on Your Table?” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diffuso fenomeno della contraffazione alimentare nell’UE.

Contrariamente alla percezione comune secondo cui la contraffazione riguarderebbe solo la moda e i beni di lusso, il settore agroalimentare è, infatti, sempre più nel mirino delle reti criminali organizzate, con conseguenze rilevanti sia per la salute pubblica sia per l’economia “legale”. Secondo i dati EUIPO, il solo settore dei vini e degli alcolici contraffatti ha comportato, tra il 2013 e il 2027, comporta una perdita stimata di 2,289 miliardi di euro nell’Unione Europea, con quasi 5.700 posti di lavoro persi.

Altri dati confermano la rilevanza del fenomeno della contraffazione alimentare: l’operazione OPSON XIII, coordinata congiuntamente da Europol e Interpol nel 2024, ha portato al sequestro di oltre 91 milioni di euro in alimenti e bevande contraffatti o non conformi, tra cui più di 22.000 tonnellate di alimenti e 850.000 litri di bevande, con lo smantellamento di 11 organizzazioni criminali.

Le evidenze contenute nello European Serious and Organised Crime Threat Assessment 2025 (EU‑SOCTA 2025) di Europol confermano, inoltre, il ruolo crescente della criminalità organizzata nella filiera alimentare. I contraffattori adulterano frequentemente i prodotti, falsificano le indicazioni geografiche, manipolano le etichette e dichiarano falsamente l’origine e la composizione. Tra le violazioni più ricorrenti figurano il miele diluito con sciroppo di mais, il pesce etichettato in modo ingannevole e l’olio extravergine d’oliva contraffatto. I prodotti recanti indicazioni geografiche protette risultano particolarmente esposti alla contraffazione, in ragione del loro elevato valore di mercato e della forte fiducia dei consumatori.

Queste condotte illecite sono favorite dalla frammentazione delle catene di fornitura, dal controllo limitato sulla tracciabilità e dal crescente ricorso all’e-commerce e alle spedizioni in piccoli colli. Anche i rischi per la salute pubblica sono significativi: in recenti sequestri, le autorità hanno rinvenuto alimenti contraffatti contenenti metanolo, mercurio, fipronil e altri pesticidi vietati.

La campagna EUIPO è accompagnata da materiali informativi multilingue rivolti ai consumatori e mira a promuovere pratiche di acquisto responsabili, come la verifica dell’origine del prodotto, il controllo dei loghi ufficiali e la diffidenza verso i prezzi troppo bassi. Per le imprese – in particolare quelle operanti sotto denominazioni protette – si tratta di un invito a rafforzare la tutela della proprietà intellettuale, investire in tecnologie di tracciabilità e collaborare con le autorità competenti per prevenire l’abuso della propria reputazione e dei propri diritti.

Per reagire in modo efficace, le aziende del settore alimentare e delle bevande potrebbero attivare sistemi di monitoraggio sistematico dei marchi, svolgere audit delle catene di approvvigionamento (anche online), adottare soluzioni di packaging antimanomissione e istituire procedure chiare per la segnalazione delle violazioni. Partecipare a banche dati e sistemi di allerta rapida a livello UE, nonché instaurare contatti diretti con dogane e forze dell’ordine, può fare la differenza nell’intercettare e fermare le attività illecite prima che raggiungano i consumatori.

Su un argomento simile può essere d’interesse l’articolo “Italian sounding: quanto vale e come trasformarlo in export made in Italy”, pubblicato il report ISMEA 2023“.

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