Creare un comitato AI all’interno del framework di governance aziendale relativo all’uso dell’intelligenza artificiale non è più un lusso, ma una necessità.
Con lo sviluppo rapidissimo dell’intelligenza artificiale (“AI“), la pressione normativa derivante da regolamenti come l’AI Act dell’UE e il GDPR, nonché il rischio di controversie legate a violazioni in materia di proprietà intellettuale e privacy, le imprese non possono più rimandare l’adozione di un framework di governance dell’AI. L’ossatura di tale framework è il comitato AI, che garantisce che l’innovazione proceda di pari passo con la responsabilità, che i rischi vengano gestiti in modo efficace e che gli standard legali ed etici siano integrati in ogni fase di un progetto di AI.
In questo articolo risponderò alle domande più frequenti su come strutturare un simile organismo: chi dovrebbero essere i membri, se sia necessario un Chief AI Officer, come il comitato dovrebbe operare e comunicare con il resto dell’azienda, come interagire con i processi di conformità al GDPR e come il suo ruolo dovrebbe essere riflesso nella policy aziendale in materia di compliance AI.
Chi dovrebbe essere membro del comitato AI?
Questa è la domanda che riceviamo più frequentemente nell’ultimo periodo. Un comitato AI deve essere per sua natura trasversale. Infatti, i progetti di AI incidono contemporaneamente su tecnologia, protezione dei dati, strategia aziendale ed etica. Per coprire questa complessità, dovrebbero essere rappresentati i seguenti ruoli:
- Dirigenti senior in ambito IT, come il CTO, il responsabile IT o i lead data scientist, per fornire conoscenza tecnica su modelli, dati e implementazione;
- Responsabili legali e compliance officer, in grado di interpretare regolamenti come l’AI Act, il GDPR, la normativa a tutela dei consumatori e le ulteriori disposizioni settoriali;
- Il Data Protection Officer, il cui ruolo è centrale per garantire che il trattamento dei dati personali nei progetti AI sia conforme ai requisiti di cui alla normativa privacy;
- Responsabili della cybersecurity o della sicurezza IT, poiché i sistemi di AI sono vulnerabili ad attacchi informatici e richiedono infrastrutture robuste e adeguate misure di sicurezza;
- Specialisti di risk management, in grado di collocare l’AI nella mappa complessiva dei rischi aziendali, inclusi quelli reputazionali, finanziari e operativi.
Altri membri, come il responsabile marketing e quello HR, dovrebbero invece poter partecipare su richiesta a seconda dei temi trattati dal comitato AI.
La composizione deve essere adattata alla dimensione della società, al livello di maturità raggiunto in materia di AI e al settore di riferimento, ma il principio rimane: un comitato AI deve combinare prospettive diverse per essere efficace.
È necessario un Chief AI Officer?
La questione della nomina di un Chief AI Officer (“CAIO“) sta diventando sempre più rilevante. Per le aziende in cui l’AI è centrale per il modello di business (e.g. banche che impiegano sistemi automatizzati di credit scoring, società health-tech che si basano su algoritmi diagnostici, o business data-driven) la risposta è di regola positiva.
Un CAIO può:
- Definire una strategia AI unitaria per l’intera azienda;
- Agire come presidente permanente del comitato AI;
- Assicurare l’allineamento tra governance, risk management, compliance e business;
- Essere il punto di contatto principale con autorità di vigilanza, revisori e stakeholder esterni.
Laddove l’AI non rivesta un ruolo centrale, le responsabilità possono rimanere distribuite tra funzioni già esistenti a livello C-suite, come CTO, CIO o CDO. Tuttavia, anche in tali casi, il comitato AI deve avere una leadership chiara e responsabilità definite, per evitare di trasformarsi in una “talk shop” priva di potere esecutivo.
In ogni caso, il comitato AI deve avere una persona responsabile del suo funzionamento e che garantisca il suo coinvolgimento in tutti i progetti AI aziendali, i quali non dovrebbero procedere senza l’approvazione del comitato.
Come deve operare e comunicare internamente il comitato AI?
Un comitato AI privo di procedure chiare è destinato a fallire rapidamente. Per funzionare, ha bisogno sia di autorità, sia di canali di comunicazione formalizzati nella policy AI aziendale. Alcune best practices includono:
- Charter e mandato: il comitato deve avere ambito di azione e responsabilità formalmente definiti, tra cui la revisione delle nuove iniziative AI, la definizione di standard interni e l’escalation delle criticità al senior management;
- Revisione, approvazione e monitoraggio dei sistemi AI: il comitato deve essere abilitato a revisionare, approvare e monitorare costantemente tutti i sistemi AI sviluppati o adottati dall’azienda. La supervisione deve seguire un approccio “AI by design”, integrando da subito i requisiti di cui all’AI Act e al GDPR, nonché le disposizioni settoriali e in materia di diritto d’autore;
- Riunioni periodiche: in genere mensili o bimestrali, con la possibilità di convocare sessioni straordinarie per progetti ad alto rischio o urgenti;
- Regole di decision-making: deve essere chiaro che l’approvazione del comitato AI è necessaria per l’adozione di qualsiasi sistema di AI da parte della società;
- Referenti dipartimentali: ogni dipartimento (prodotto, legale, IT, HR, operations) deve nominare un referente per facilitare l’interazione con il comitato;
- Linee guida e formazione: il comitato deve non solo supervisionare, ma anche fornire strumenti pratici, template e sessioni di awareness per diffondere la cultura della responsabilità AI in azienda;
- Linee di reporting: il comitato deve fornire report periodici al consiglio di amministrazione o a un comitato esecutivo competente, riassumendo decisioni, rischi individuati e lezioni apprese.
Questo modello operativo garantisce che il comitato AI non sia isolato, ma operi come “tessuto connettivo” tra i progetti AI e la governance aziendale.
Come collegare il funzionamento del comitato AI al framework di conformità GDPR?
L’intersezione tra AI, comitato e governance emerge in modo particolarmente evidente in materia di protezione dei dati. Poiché la maggior parte dei sistemi di AI si basa su dati personali, la conformità al GDPR non può essere un aspetto secondario. Il comitato AI deve:
- Garantire che vengano svolte le Valutazioni d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) per i sistemi AI ad alto rischio già in fase di progettazione, e le Valutazioni di Impatto sui Diritti Fondamentali (FRIA) ove richieste dall’AI Act;
- Verificare l’adeguatezza della base giuridica scelta per il trattamento (e.g. consenso, legittimo interesse, necessità contrattuale);
- Promuovere la privacy by design, inclusa la minimizzazione dei dati, l’anonimizzazione o la pseudonimizzazione ove possibile;
- Assicurare l’adempimento degli obblighi di trasparenza, informando gli utenti quando una decisione che li riguarda è assunta da un sistema AI e garantendo spiegazioni comprensibili;
- Sovrintendere all’integrazione dei diritti degli interessati (accesso, rettifica, cancellazione, opposizione) nei processi AI;
- Monitorare i controlli di sicurezza e i processi di gestione degli incidenti in caso di violazioni di dati legati a sistemi AI.
Tali attività devono essere coordinate con il DPO, per evitare duplicazioni e garantire coerenza. In tal modo, il comitato AI assicura che la protezione dei dati sia integrata nella strategia complessiva di governance.
Come deve essere riflesso il comitato AI nella compliance policy?
L’ultimo passo è formalizzare il ruolo del comitato nella policy di compliance AI della società. Una policy che non menzioni il comitato non gli attribuisce infatti né legittimità né visibilità. Quanto meno la policy deve:
- Identificare il comitato AI, la sua composizione e la sua autorità;
- Assegnare chiaramente le responsabilità ai membri, incluso il presidente o il CAIO se nominato;
- Prevedere che determinati sistemi AI – in particolare quelli ad alto rischio – non possano essere adottati senza previa revisione e approvazione del comitato;
- Specificare la documentazione necessaria (e.g. risk assessment, bias audit, DPIA);
- Chiarire l’integrazione con i processi di conformità al GDPR;
- Definire metriche, obblighi di monitoraggio e reporting;
- Stabilire una clausola di revisione periodica e miglioramento continuo, sia della policy sia del funzionamento del comitato.
In questo modo, la governance non rimane solo un principio astratto, ma diventa effettiva, vincolante e visibile in tutta l’organizzazione.
Conclusione
Un comitato AI rappresenta la pietra angolare di una governance aziendale efficace nell’era dell’AI. Riunisce competenze eterogenee, crea uno spazio per la gestione dei rischi e fornisce la supervisione necessaria per conformarsi a normative come il GDPR, l’AI Act, nonché alle normative settoriali e in materia di diritto d’autore.
Attraverso la revisione, l’approvazione e il monitoraggio dei sistemi AI con un approccio “AI by design”, il comitato assicura che la conformità sia incorporata nell’innovazione, e non semplicemente aggiunta in un secondo momento.
In un contesto in cui la fiducia nell’AI è preziosa quanto le prestazioni, istituire un comitato AI non significa solo rispettare la legge: significa costruire un vantaggio competitivo sostenibile.