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L’AGCM ha indirizzato una segnalazione al Parlamento, Governo, AGCom, Anci riguardante lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione a banda ultralarga, in un’ottica di promozione degli investimenti.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha indirizzato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) e all’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) una segnalazione ai sensi dell’art. 21 della legge n. 287/90 relativa allo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione fissa e mobile a banda ultralarga, in un’ottica di promozione degli investimenti e tutela di un necessario gioco concorrenziale.

A parere dell’AGCM, l’attuale contesto emergenziale ha mostrato come le infrastrutture di telecomunicazioni, sia mobili sia fisse, costituiscono un elemento fondamentale per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e la crescita economica. La diffusione di infrastrutture a banda ultralarga sul territorio è altresì necessaria per la diffusione dell’informazione, la condivisione e l’accessibilità al patrimonio pubblico e lo sviluppo, l’adozione e il potenziamento di nuovi servizi digitali, sia nel settore pubblico che nel settore privato. Le infrastrutture a banda ultralarga sono elementi essenziali anche per la promozione dell’inclusione e della partecipazione dei cittadini a svariati aspetti della vita sociale ed economica.

L’AGCM ha ritenuto dunque di rinnovare l’invito, già rivolto con una segnalazione del dicembre 2018, alle amministrazioni ai vari livelli di governo di adoperarsi al fine di eliminare gli ostacoli per la creazione e l’installazione di reti di comunicazione elettronica. In questo contesto, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato auspica in particolare l’adozione di misure volte a ridurre gli oneri amministrativi e le barriere allo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione, quali, ad esempio, la riduzione delle tempistiche e delle complessità legate alle procedure autorizzatorie, l’adozione di procedure e moduli uniformi per tutti gli enti locali, la revisione delle norme limitative del subappalto per il concessionario pubblico al fine di superare i limiti di produzione aprendo un maggior numero di cantieri e, infine, la valorizzazione e messa in piena operatività dello strumento del SINFI (catasto delle infrastrutture), anche mediante la creazione di un database delle coperture delle reti di comunicazione elettronica disponibili nel territorio nazionale. Al contempo, l’AGCM auspica la realizzazione di un level playing field che possa favorire il dispiegamento degli investimenti e il corretto svolgersi del gioco della concorrenza tra gli operatori.

L’Autorità ha altresì dichiarato di accogliere con favore la previsione di strumenti di sostegno della domanda privata quali l’erogazione di voucher e dispositivi elettronici e ritiene che gli ulteriori strumenti destinati alle famiglie e alle imprese debbano essere erogati esclusivamente per connessioni con velocità di almeno 100 Mpbs, al fine di evitare che parte rilevante della domanda si assesti su servizi a bassa potenzialità, inadeguati al soddisfacimento delle esigenze di connettività del Paese.

Infine, l’AGCM ha segnalato l’opportunità di modificare le norme relative al diritto di recesso, al fine di limitare l’uso di strumenti contrattuali che determinano effetti di lock-in ed ostacolano la mobilità degli utenti, quali, ad esempio, il pagamento di corrispettivi in caso di recesso anticipato dei consumatori che non siano commisurati ai costi reali sostenuti dall’operatore o che siano già stati completamente ammortizzati. Osserva l’AGCM che l’eliminazione dei meccanismi di lock-in favorirebbe la concorrenza per la fornitura di servizi sempre più veloci e lo sviluppo di migliori tecnologie e sosterrebbe gli investimenti legati alla domanda di connettività, senza oneri pubblici.

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