L’EUIPO ha pubblicato un report che tenta di chiarire la correlazione tra l’uso dei social media e le attività di violazione dei diritti IP.
Lo European Union Intellectual Property Office (“EUIPO”) ha recentemente pubblicato un report che mira a fornire un quadro completo sull’impatto dell’utilizzo dei social media in relazione a possibili attività di violazione o promozione alla violazione dei diritti di proprietà intellettuale.
Lo studio condotto dall’EUIPO è scaturito dal tentativo di valutare la correlazione e le possibili influenze che il crescente utilizzo di Internet e dei social media potrebbe avere sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale su Internet, in particolar modo in merito al volume e alla frequenza delle violazioni sui social media. Nello specifico, è stata misurata la presenza relativa della violazione dei diritti di proprietà intellettuale in relazione a prodotti fisici e a contenuti digitali leciti protetti dal diritto d’autore e sono stati identificati gli indicatori chiave per riconoscere i modelli commerciali utilizzati per la violazione dei diritti IP sui social network.
Nello specifico, la prima parte del report mira a fornire un quadro completo in merito all’utilizzo dei social media in relazione a possibili attività di violazione o promozione alla violazione dei diritti IP. La seconda parte si occupa invece di misurare la presenza di violazioni di diritti IP relativi a prodotti fisici e a contenuti digitali sui social media comparata ai prodotti autentici o ai contenuti digitali leciti protetti da copyright. Infine, la terza parte identifica gli indicatori chiave al fine di riconoscere i modelli di business utilizzati per la violazione dei diritti IP sui social media.
Il report ha indentificato che l’undici percento delle conversazioni riguardanti prodotti fisici coperti da proprietà intellettuale potrebbe essere collegato alle relative contraffazioni e che il trentacinque percento delle conversazioni sui contenuti digitali potrebbe essere connesso alla pirateria degli stessi. L’analisi ai fini dello studio è stata condotta attraverso data mining su quattro social network (Facebook, Instagram, Reddit e Twitter) in sei Paesi dell’Unione Europea (Germania, Spagna, Italia, Polonia, Francia e Svezia), anche se non sempre la tracciabilità delle conversazioni era garantita.
Il report ha quindi rivelato che le piattaforme social risultano spesso essere strumenti di violazione dei diritti IP sia in relazione a prodotti fisici sia a contenuti digitali e che identificare queste violazioni risulta complesso a causa della varietà degli approcci utilizzati, che vengono spesso modificati per sfuggire ai controlli, diffondendosi su varie piattaforme tramite diverse lingue e contenuti.
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