A seguito del parere scientifico di EFSA relativo al biossido di titanio (E171), gli Stati membri hanno vietato l’ impiego dell’E171 negli alimenti. Salvo obiezioni del Consiglio o del Parlamento europeo, nuove disposizioni potranno entrare in vigore all’inizio del 2022.
Il biossido di titanio (E171) non può più essere ritenuto sicuro come additivo per i prodotti alimentari e deve essere vietato. È questa la recente opinione espressa dagli Stati membri dell’Unione europea, che hanno favorevolmente accolto la proposta della Commissione europea di proibire negli alimenti l’uso dell’“E171”, attualmente autorizzato nell’Unione europea in base all’allegato II del Regolamento (CE) n. 1333/2008.
Il biossido di titanio è ampiamente utilizzato come colorante in alimenti quali dolciumi, gomme da masticare, integratori alimentari, ma anche in minestre, brodi, salse e creme da spalmare e viene impiegato per rendere gli alimenti visivamente più attraenti, aggiungendo o ravvivando la loro colorazione bianca. Tuttavia, sulla scorta di un parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), il suo impiego negli alimenti non può più essere considerato sicuro. Il 6 maggio 2021, infatti, EFSA ha ritenuto di non poter escludere preoccupazioni in merito alla genotossicità dell’additivo in questione, vale a dire, la capacità di una sostanza chimica di danneggiare il DNA, comportando potenziali effetti cancerogeni per i consumatori. Proprio da questo parere è seguita la proposta della Commissione di vietare l’utilizzo del biossido di titanio come additivo alimentare, che ha accolto il favore degli Stati membri nell’ambito dello Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed.
Il Parlamento europeo e il Consiglio avranno un cd. “periodo di scrutinio” di due mesi : in assenza di obiezioni, ci si attende che il divieto possa essere applicabile già dai primi mesi del nuovo anno, seppur con limitate misure transitorie. Per mitigare il potenziale impatto del regolamento sugli operatori del settore alimentare, si potranno infatti eccezionalmente immettere in commercio gli alimenti ancora contenenti l’additivo E171 fino a sei mesi dopo l’entrata in vigore della nuova regolamentazione.
La valutazione di EFSA e le conseguenti decisioni adottate riguardano i rischi di genotossicità dell’E171 impiegato solo come additivo alimentare. Tuttavia, il biossido di titanio è presente anche in altri prodotti come, ad esempio, i farmaci. A questo riguardo, anche l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha pubblicato la propria opinione lo scorso 8 ottobre 2021, prevedendo – differentemente per quanto valutato da EFSA e dalla Commissione europea per i prodotti alimentari – che il biossido di titanio non debba ancora essere rimosso dall’elenco degli additivi autorizzati per i medicinali. La motivazione è principalmente dovuta alla potenziale carenza di tutti i medicinali contenenti il colorante in questione (che si stimano ammontare approssimativamente a 91,000), e al conseguente significativo impatto sulla salute dei consumatori. La sostituzione del biossido di titanio nei farmaci richiederà particolare impegno nella ricerca e nella sperimentazione di alternative adeguate a garantire che la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei medicinali non subiscano delle conseguenze negative.
Su un simile argomento può essere interessante l’articolo “Indicazioni geografiche: stop CGUE ai nomi evocativi, quali Champagne, ma rimane incertezza”.