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La riforma del Registro Pubblico delle Opposizioni tramite il nuovo regolamento di prossima adozione introdurrà rilevanti cambiamenti di cui le aziende devono tener conto.

Con un comunicato stampa del 21 gennaio 2021, il Consiglio dei Ministri ha annunciato importanti novità in merito al Registro Pubblico delle Opposizioni (“RPO”). Tale annuncio è arrivato solamente dopo alcuni giorni dal parere favorevole espresso dal Garante per la protezione dei dati personali in merito allo schema di regolamento e la sanzione di 26 milioni e 500 mila euro irrogata nei confronti di uno dei principali operatori del settore energetico per pratiche di telemarketing aggressivo.

Cosa è il Registro Pubblico della Opposizioni e come funziona?

Il RPO non è altro che un servizio pubblico istituito per offrire agli utenti uno strumento per tutelarsi nei confronti di pratiche di direct marketing piuttosto invasive – talvolta moleste –, rifiutando che il proprio numero di telefono e l’indirizzo di casa vengano usati per tali fini. In altre parole, il RPO si pone il delicato e ambizioso obiettivo di bilanciare le esigenze degli utenti che non vogliono essere contattati per finalità promozionali e quelle delle imprese che svolgono tali attività, anche attraverso il telemarketing.

Il RPO è attivo e operativo dal 2011 e le istituzioni competenti sono il Ministero dello Sviluppo economico e la Fondazione Bordoni. Il servizio è stato istituito attraverso il D.P.R. n. 178 del 2010, per poi essere aggiornato nel 2018. Infatti, novità di un certo rilievo vennero introdotte con la legge n. 5/2018, che ha esteso l’ambito di applicazione soggettivo del RPO, introducendo l’iscrizione allo stesso a tutti i numeri nazionali, fissi e cellulari, ancorché non presenti negli elenchi telefonici pubblici. Successivamente, con il D.P.R. n. 149 del 2018, venne esteso l’ambito di ambito di applicazione anche alle comunicazioni pubblicitarie cartacee oltre a quelle telefoniche.

Di conseguenza, il RPO non ha fatto altro che istituire in Italia un sistema di “opt-out”, in virtù del quale un utente può opporsi alla ricezione di chiamate dalle finalità pubblicitarie e promozionali da parte di operatori di telemarketing e di comunicazioni commerciali inviate tramite canali di posta tradizionale. In altri termini, gli utenti che si iscrivono al RPO confluiscono in una sorta di blacklist nella quale i numeri e gli indirizzi ivi inseriti non possono essere più utilizzati dagli operatori per finalità commerciali.

Qualora un individuo iscritto al RPO desiderasse ricevere pubblicità da una specifica azienda, dovrà prestare il proprio consenso direttamente a quel determinato soggetto. D’altro canto, è opportuno ricordare che, per quanto concerne le chiamate automatizzate e le comunicazioni di marketing elettroniche (e.g., tramite e-mail o SMS), vige comunque un sistema di “opt-in”: dovrà in ogni caso essere raccolto il consenso esplicito dell’interessato, come sancito dall’art. 130, commi 1 e 2, del Decreto Legislativo n. 196/ 2003 (Codice Privacy).

Cosa aspettarsi dal nuovo regolamento del 2022 e quali sono i prossimi step?

Il Consiglio dei Ministri ha di recente comunicato l’avvenuta approvazione, in esame definitivo, del nuovo regolamento in tema di RPO, che dovrà adottarsi con decreto del Presidente della Repubblica. Tale D.P.R. recherà, quindi, “disposizioni in materia di istituzione e funzionamento del registro pubblico dei contraenti che si oppongono all’utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali” e sostituirà il precedente D.P.R. n. 178/2018, ai sensi dell’articolo 1, comma 15, della legge 11 gennaio 2018, n. 5.

Tra le principali novità si annoverano le seguenti:

  • l’attuazione dell’estensione della disciplina del RPO a tutte le numerazioni nazionali fisse e mobili, comprendendo anche quelle non riportate negli elenchi telefonici, cartacei o elettronici, che fino ad oggi ne erano escluse, recependo finalmente la legge n. 5/2018; e
  • la possibilità per gli utenti di indicare i soggetti nei confronti dei quali intendono revocare l’opposizione al trattamento dei dati personali, già prevista per le comunicazioni telefoniche, anche alle comunicazioni via posta cartacea.

Non ci resta che attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo regolamento, a partire della quale decorrerà un periodo di 120 giorni per attuare le nuove disposizioni, il che dovrà avvenire in ogni caso entro il 30 luglio 2022.

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