Con decisione del 25 aprile 2022, la Commissione ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato, il regime da circa 2 miliardi di euro che l’Italia ha predisposto nell’ambito del Piano Italia 5G, previsto nel contesto della Strategia italiana per la Banda Ultralarga, approvata il 25 maggio 2021 dal Comitato interministeriale per la transizione digitale, nell’ambito del PNRR.
In particolare, il Piano Italia 5G prevede la concessione di contributi pubblici mediante due bandi – pubblicati da Infratel il 21 marzo scorso – aventi ad oggetto, rispettivamente, (i) la realizzazione di nuove infrastrutture di rete idonee a fornire servizi radiomobili con velocità di trasmissione di almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s in uplink, e (ii) la realizzazione di rilegamenti in fibra ottica di siti radiomobili in backhaul.
Il Piano Italia 5G persegue l’obiettivo di incentivare la diffusione di reti mobili in tecnologia 5G nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, ossia quelle aree del territorio italiano nelle quali non è presente, né lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico.
Con la decisione in commento, la Commissione ha valutato il regime previsto dall’Italia nell’ambito del Piano Italia 5G conforme alle norme europee in tema di aiuti di Stato, facendo in particolare applicazione dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del TFUE, a norma del quale “Possono considerarsi compatibili con il mercato interno gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse”.
Per l’approvazione del Piano Italia 5G, la Commissione ha anzitutto ritenuto che la misura è necessaria e proporzionata al fine della soluzione dei fallimenti di mercato ai quali è destinata, in considerazione del fatto che non esistono né sono previste reti mobili che soddisfino adeguatamente le esigenze degli utenti nelle aree destinatarie dei finanziamenti oggetto della misura.
A tal proposito, la Commissione ritiene che il Piano Italia 5G sia in grado di determinare un salto di qualità, dal momento che le reti che verranno realizzate con il sostegno garantito dalla misura presenteranno caratteristiche tecniche più evolute e performanti rispetto a quelle delle attuali infrastrutture, essendo così in grado di fornire un servizio di connettività migliore agli utenti finali.
La Commissione ha inoltre valutato positivamente l’effetto di incentivazione prodotto dalla misura, ritenendo che questa sia in grado di indurre le imprese destinatarie dei finanziamenti pubblici a porre in essere attività di sviluppo delle reti che non avrebbero altrimenti realizzato, o che avrebbero condotto con modalità o in aree differenti, in assenza dell’aiuto di Stato.
Infine, la Commissione ha ritenuto che il regime di aiuti di Stato di cui al Piano Italia 5G preveda salvaguardie sufficienti per garantire che eventuali distorsioni della concorrenza, prodotte dal riconoscimento dei finanziamenti pubblici, siano limitate e che l’aiuto non alteri le condizioni degli scambi in misura contraria all’interesse dell’Unione europea. In questo contesto, la Commissione ha tenuto in considerazione che i beneficiari del regime saranno selezionati mediante una procedura di gara aperta, trasparente e non discriminatoria e che, ai fini della realizzazione delle reti oggetto dei finanziamenti pubblici, verrà incoraggiato anche l’utilizzo delle infrastrutture esistenti. La Commissione ha valutato positivamente che la misura sia idonea a favorire la concorrenza, in quanto garantisce l’accesso all’ingrosso alle reti sovvenzionate.
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