L’Autorità Garante della Concorrenza (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti di Google ipotizzando un abuso di posizione dominante derivante da limitazioni imposte dal gruppo alla portabilità dei dati verso altri operatori.
Secondo AGCM, Google detiene una posizione dominante in diversi mercati che consentono di acquisire grandi quantità di dati attraverso la molteplicità di servizi erogati (Gmail, Google Maps, Android) e avrebbe ostacolato l’interoperabilità nella condivisione dei dati presenti nella propria piattaforma con altre piattaforme, in particolare con l’APP Weople, gestita da Hoda, un operatore attivo in Italia che ha sviluppato una banca di investimento dati.
Secondo AGCM, il comportamento di Google è in grado di limitare il diritto alla portabilità dei dati personali, disciplinato dall’articolo 20 del GDPR, e di limitare i benefici che i consumatori potrebbero trarre dalla valorizzazione dei loro dati. La condotta contestata determina una restrizione della concorrenza perché limita la capacità degli operatori alternativi a Google di sviluppare forme innovative di utilizzo dei dati personali.
In particolare, Hoda ha rappresentato ad AGCM gli effetti negativi della condotta di Google sulla sua iniziativa volta a valorizzare i dati personali con il consenso del titolare degli stessi e che offre opportunità di utilizzo innovative e prospettive merceologiche ancora inesplorate.
Si tratta di una delle prime indagini relative al diritto alla portabilità dei dati introdotto dal GDPR con l’intento di evitare il c.d. lock-in effect che limita la libertà degli individui di passare da un operatore ad un altro e di valorizzare i propri dati, andando – a giudizio di AGCM – quindi ad esercitare una pressione concorrenziale su operatori come Google, che fondano la propria dominanza sulla creazione di ecosistemi basati sulla gestione di quantità tendenzialmente illimitate di dati. Inoltre, a giudizio di AGCM, il diritto alla portabilità, se accompagnato da effettivi meccanismi di interoperabilità, può offrire agli utenti la possibilità di conseguire il massimo potenziale economico dall’utilizzo dei dati personali, anche attraverso modalità di sfruttamento alternative a quelle attualmente praticate dall’operatore dominante.
L’esito di questo giudizio potrebbe avere un impatto per tutti gli operatori che gestiscono grandi quantità di dati perchè potrebbe anche incentivare le richieste di portabilità di individui verso altri operatori, con notevoli effetti sul mercato.
Su di un simile argomento, può essere utile l’articolo “Google Analytics comporta un trasferimento illecito di dati personali secondo il Garante”.