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Una recente controversia negli Stati Uniti ha riportato all’attenzione pubblica un noto marchio di fast fashion cinese, accusato di violazione sistematica dei diritti di proprietà intellettuale. L’azione legale è stata avviata contro varie società affiliate alla holding principale, mettendo in luce un problema sempre più diffuso nel settore.

Un rinomato artista multimediale ha denunciato la riproduzione non autorizzata delle sue opere, pubblicate dal 1990, su numerosi prodotti venduti sulla piattaforma del marchio cinese. Questo caso è solo l’ultimo di una serie di controversie che hanno coinvolto il colosso del fast fashion, già accusato in passato da brand internazionali di rilievo. La particolarità di questa vicenda risiede nell’uso di algoritmi di Intelligenza Artificiale per identificare opere di artisti indipendenti e riprodurle senza autorizzazione o compenso. Il caso è stato presentato alla Corte Distrettuale del Sud dello Stato di New York, e la volontà dell’artista è di trasformare la causa in una class action per sottolineare di come non si tratti di un fenomeno circoscritto, bensì ricorrente.

L’analisi del modus operandi dell’azienda di fast fashion evidenzia un metodo produttivo basato su quattro fasi principali: analisi delle tendenze, prototipazione, monitoraggio delle vendite e produzione di massa. In primo luogo, vengono studiati le tendenze di mercato e i prodotti con alto potenziale commerciale attraverso le preferenze degli utenti online. I risultati delle analisi sono quindi utilizzati per creare prototipi dei prodotti selezionati. Questi prototipi sono poi messi in vendita sulla piattaforma, il cui andamento viene monitorato al fine di analizzare la risposta dei consumatori. Infine, a fronte di una risposta positiva del mercato, si dà avvio alla produzione su larga scala.

Le caratteristiche di questo metodo produttivo sono state analizzate anche in altre cause. Tra queste, senza dubbio degna di nota è quella avviata dalla nota società giapponese Uniqlo avanti al tribunale di Tokyo per vedere confermata la contraffazione, tramite l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, dell’iconico modello di “Round Mini Shoulder Bag”.

L’Unione Europea, attraverso il nuovo AI Act, sta affrontando il problema delle violazioni di proprietà intellettuale facilitate dall’intelligenza artificiale. L’Italia è tra i primi paesi ad adottare questo regolamento, con un disegno di legge che estende e aggiorna la tutela del diritto d’autore. Gli articoli 23-25 del disegno di legge italiano mirano a garantire che le opere generate tramite Intelligenza Artificiale rispettino le leggi sul diritto d’autore e prevedono responsabilità penale per chi riproduce o estrae testi o dati da opere disponibili in rete senza autorizzazione. L’implementazione di queste nuove normative rappresenta un passo cruciale verso la protezione dei diritti di artisti e creativi contro le nuove forme di usurpazione rese possibili dalla tecnologia AI.

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