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Lo scorso 13 giugno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’UE il Regolamento Europeo 2024/1781 per la definizione dei requisiti di progettazione ecocompatibile per prodotti sostenibili, che entrerà ufficialmente in vigore il 18 luglio 2024.

Il Regolamento si inserisce all’interno di un quadro più ampio di misure adottate dalla Commissione Europea che si propongono la finalità di raggiungere gli obbiettivi prefissati con il Piano d’azione per l’economia circolare del 2020. Questo pacchetto di misure, adottato dalla Commissione nel 2022, include anche la Direttiva 2024/825 sul Greenwashing e mira a raddoppiare il tasso di circolarità nell’uso dei materiali, migliorare l’efficienza energetica e incrementare la sostenibilità ambientale dei prodotti che vengono immessi nel mercato dell’UE.

Queste iniziative riflettono una nuova sensibilità verso gli impatti ambientali negativi non necessari generati dall’immissione sul mercato di immense quantità di prodotti. È innegabile che con l’aumento dei progressi tecnologici sia aumentata anche la dipendenza dei consumatori dall’avere accesso immediato a qualsiasi tipo di prodotto. La normativa si propone di affrontare questa problematica sensibilizzando le aziende produttrici. Nel farlo, la Commissione Europea ha deciso di dare priorità a categorie di prodotti ad alto impatto ambientale, tra cui i prodotti chimici, elettrici ed elettronici, e i prodotti tessili (soprattutto abbigliamento e calzature).

Rispetto ai prodotti tessili, la nuova normativa europea introdurrà il cosiddetto Passaporto Digitale dei Prodotti (DPP) per contrastare la produzione “fast fashion” e aumentare la sostenibilità sociale ed ambientale. Si tratterà di una carta d’identità digitale per prodotti, componenti e materiali, che fornirà, da un lato, informazioni dettagliate ai consumatori sulla catena di approvvigionamento del prodotto e, dall’altro, permetterà alle autorità di verificare il rispetto degli obblighi di legge in tema di sostenibilità e circolarità.

Il Regolamento Europeo stabilisce i requisiti per il DPP specificando, al capo III, le informazioni da includere, i requisiti di funzionamento e i dettagli tecnici e operativi. Il passaporto dovrà riportare parametri essenziali del prodotto, come la durabilità e l’impronta ambientale e di carbonio, consentendo ai consumatori di valutare l’impatto ambientale degli acquisti. Dovrà anche fornire indicazioni sul riciclaggio e lo smaltimento a fine vita, offrendo una guida chiara per il trattamento del prodotto al termine del suo ciclo di vita. Ed infine, dovrà tracciare le sostanze preoccupanti, segnalate debitamente per garantire trasparenza e sicurezza per consumatori e ambiente. Rientrerà invece nella discrezionalità di ciascun brand scegliere la strategia di comunicazione da adottare internamente per implementare questo obbligo. Alcuni brand hanno già lanciato nuove tecnologie che prevedono l’incorporazione di chip, tag o QR Code all’interno dei singoli capi di abbigliamento, permettendo ai consumatori di scoprire la provenienza dei materiali che compongono l’indumento.

La Commissione Europea sottolinea nuovamente l’importanza di fornire ai consumatori informazioni ambientali chiare e comprensibili, con l’obiettivo di responsabilizzarli e orientare le loro scelte verso un consumo più sostenibile.

Sarà interessante osservare come il settore della moda reagirà all’enforcement della nuova normativa, che senza dubbio rappresenta un’ottima opportunità per le aziende di stabilire una connessione con la propria clientela su tematiche di grande sensibilità e di investire sull’innovazione tecnologica per sviluppare soluzioni originali che possano elevare l’esperienza d’acquisto.

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Autrici: Valentina Mazza e Maria Vittoria Pessina

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