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Le tecnologie quantistiche non sono più solo una promessa futuribile ma un terreno di competizione geopolitica, industriale e normativa.

La svolta è stata sancita dalla Dichiarazione europea sulle tecnologie quantistiche (di seguito, la “Dichiarazione quantistica”), che ha definito una visione politica condivisa per costruire un’infrastruttura quantistica europea interoperabile e sicura.

A valle di tale impegno, la Commissione europea ha annunciato una Strategia europea per le tecnologie quantistiche (di seguito, la “Strategia quantistica europea”), formalizzata nella Comunicazione COM(2025) 363 della Commissione al Parlamento e al Consiglio, e ha anticipato l’adozione di un Quantum Act per armonizzare programmi, investimenti e standard tra Stati membri.

L’Italia si è inserita attivamente in questo processo con la presentazione ufficiale della Strategia nazionale per le tecnologie quantistiche (di seguito, la “Strategia quantistica italiana”) il 31 luglio 2025, frutto del lavoro congiunto di Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (“ACN“), Ministero dell’Università e della Ricerca (“MUR“), Ministero delle Imprese e del Made in Italy (“MIMIT“), Ministero della Difesa e Dipartimento per la trasformazione digitale. La strategia delinea obiettivi chiari che si sostengono su diversi pilastri, dalla ricerca scientifica all’accelerazione della transizione industriale, dalla formazione di nuove competenze alla sicurezza nazionale.

1.     Dalla meccanica quantistica al qubit

Le tecnologie quantistiche (“TQ”) rappresentano un insieme di soluzioni hardware e software basate sui principi della meccanica quantistica, una branca della fisica che studia il comportamento delle particelle subatomiche. A differenza delle tecnologie digitali classiche, che elaborano informazioni in bit (unità binarie che valgono 0 o 1), le tecnologie quantistiche utilizzano i qubit: unità di informazione che possono esistere simultaneamente in più stati, grazie a fenomeni fisici come la sovrapposizione e l’entanglement quantistico. Questa caratteristica le rende capaci di trattare quantità di dati e simulazioni fisiche inaccessibili anche ai supercomputer tradizionali.

Le TQ non si riferiscono a un’unica invenzione, ma costituiscono un ecosistema articolato che si sviluppa lungo cinque grandi aree applicative, riconosciute anche dalla Strategia quantistica italiana:

  • Calcolo quantistico: computer che sfruttano i qubit per risolvere problemi computazionali complessi (come la simulazione molecolare, l’ottimizzazione logistica o la crittoanalisi) con una velocità esponenziale rispetto ai sistemi classici;
  • Simulazione quantistica: dispositivi specializzati che riproducono il comportamento di sistemi fisici, chimici o biologici troppo complessi per i metodi convenzionali;
  • Comunicazione quantistica: tecnologie di trasmissione dei dati fondate su meccanismi come la distribuzione quantistica delle chiavi (Quantum Key Distribution – QKD), in grado di garantire un livello di sicurezza teoricamente inespugnabile;
  • Metrologia quantistica: strumenti ultra-precisi per la misurazione del tempo, della gravità o delle costanti fisiche fondamentali, con applicazioni in campo scientifico, aerospaziale e finanziario;
  • Sensoristica quantistica: sensori avanzati capaci di rilevare variazioni impercettibili di campo magnetico, rotazione, posizione o temperatura, utili in medicina, difesa e geofisica.

A partire dal 2018, l’Unione europea ha investito massicciamente in queste aree attraverso iniziative come il Quantum Manifesto, la Quantum Technologies Flagship, il programma EuroHPC-JU per il supercalcolo e il progetto EuroQCI per l’infrastruttura europea di comunicazione quantistica. Tuttavia, con l’aumentare della competizione geopolitica globale – in particolare con Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Israele – la posta in gioco si è spostata dal solo sviluppo tecnologico alla costruzione di una sovranità quantistica europea fondata su infrastrutture proprie, standard interoperabili e regole comuni.

Da qui l’elaborazione della Strategia quantistica europea e della Strategia quantistica italiana, che mirano a trasformare queste tecnologie in un vantaggio competitivo sicuro, condiviso e sostenibile.

2.     La strategia europea: verso un’infrastruttura quantistica sovrana

La Commissione europea ha recentemente formalizzato la prima Strategia europea per le tecnologie quantistiche, segnando un cambio di passo decisivo nella governance tecnologica unionale. Obiettivo dichiarato è trasformare l’Europa in un attore globale di riferimento nel settore quantistico, dotandola di un ecosistema industriale integrato, interoperabile e sovrano.

La strategia si fonda su un principio cardine: non esiste leadership tecnologica senza capacità autonoma di progettare, sviluppare e utilizzare tecnologie quantistiche in settori strategici, quali la cybersicurezza, la difesa, l’energia, la sanità, la finanza e lo spazio. Di qui l’ambizione di realizzare un’infrastruttura quantistica paneuropea distribuita – di calcolo, comunicazione e rilevamento – che sia pienamente interoperabile tra Stati membri e resiliente rispetto alle dipendenze extra-UE.

Il documento individua diverse direttrici operative, tra cui, a titolo esemplificativo:

  • Sviluppo di infrastrutture quantistiche paneuropee, attraverso l’estensione dell’iniziativa EuroHPC e l’integrazione delle reti EuroQCI, per creare un ambiente unificato di supercalcolo, sensing e comunicazione quantistica sicura.
  • Allineamento normativo e armonizzazione dei programmi nazionali, da realizzarsi attraverso il futuro Quantum Act, uno strumento legislativo che definirà regole comuni per investimenti, interoperabilità e certificazione.
  • Sostegno mirato alla transizione industriale, con particolare attenzione alle PMI deep-tech, alla manifattura europea di componenti quantistici e alla creazione di un mercato interno per applicazioni ad alto valore strategico.
  • Formazione e attrazione dei talenti, mediante la promozione di curricula specializzati, dottorati industriali e schemi di mobilità intra-UE, anche per contenere la fuga di cervelli verso gli ecosistemi extraeuropei.
  • Sviluppo di un quadro di fiducia tecnologica, basato su standard europei, certificazione di sicurezza e approcci crittografici post-quantistici in linea con le raccomandazioni di ENISA e del Regolamento (UE) 2019/881 (“Cybersecurity Act“).

In definitiva, la strategia sottolinea l’urgenza di definire uno strumento europeo di standardizzazione tecnica per evitare frammentazioni tra Stati membri e prevenire forme di quantum dependence da soggetti terzi.

3.     La strategia italiana: un ecosistema in costruzione tra eccellenze e fragilità

L’Italia ha formalizzato la propria Strategia nazionale per le tecnologie quantistiche il 31 luglio 2025, inserendosi nel solco tracciato a livello europeo e riconoscendo il valore sistemico delle TQ per la sicurezza, la competitività e la sovranità digitale. Il documento fotografa uno scenario dinamico, ma ancora fragile, e propone una roadmap multilivello per rafforzare l’intero ecosistema.

  • Dal punto di vista scientifico, l’Italia vanta eccellenze riconosciute a livello internazionale e una presenza attiva su tutti i pilastri delle tecnologie quantistiche. Tuttavia, l’analisi strategica evidenzia una significativa disomogeneità di maturità tecnologica tra i diversi ambiti: mentre sensoristica e comunicazione registrano livelli di sviluppo avanzati, il settore del calcolo quantistico e della simulazione mostra un fabbisogno urgente di accesso ad infrastrutture adeguate.
  • Osservando il quadro finanziario, i fondi pubblici stanziati tra il 2021 e il 2024 ammontano a circa 227,4 milioni di euro, cifra rilevante ma ancora inferiore rispetto agli investimenti pianificati dai principali competitor europei e internazionali. Il numero limitato di startup deep-tech operanti nel settore, rispetto a Paesi come Stati Uniti, Francia, Germania o Regno Unito, segnala inoltre una carenza strutturale nella mobilitazione di capitali privati e nel trasferimento tecnologico.
  • Guardando all’ingegneria normativo-programmatica, la strategia italiana identifica ordini d’intervento sulla falsa riga delle direttrici individuate a livello unionale ma un’attenzione particolare è rivolta alla necessità di costruire un modello di governance chiaro, trasparente e multilivello, capace di coordinare i diversi stakeholder.
  • La strategia riconosce infine che standardizzazione e certificazione rappresentano fattori abilitanti essenziali per garantire l’interoperabilità e la sicurezza delle soluzioni sviluppate.

In quest’ottica, l’Italia punta a contribuire attivamente alla definizione di standard europei comuni, rafforzando il dialogo con gli organismi europei di normazione tecnica e posizionandosi come attore proattivo nella costruzione dell’infrastruttura quantistica europea.

4.     Convergenze strategiche e divari sistemici: Italia ed Europa verso una governance quantistica integrata?

La Strategia quantistica italiana, pur muovendosi lungo direttrici coerenti con la visione delineata nella Strategia quantistica europea e ispirata alla cornice politica della Dichiarazione Quantistica, riflette ancora un’impostazione prevalentemente adattiva, più che realmente convergente all’ambizione del regolatore europeo.

In entrambi i documenti, le tecnologie quantistiche sono qualificate come leve strategiche per la sovranità digitale, l’autonomia industriale e la sicurezza nazionale. La comune impostazione multidimensionale prevede un impegno su infrastrutture, ricerca, formazione, sviluppo industriale e cybersicurezza, con un chiaro riferimento alla necessità di investire nei quattro pilastri fondamentali: calcolo, comunicazione, metrologia e sensoristica quantistica.

Tuttavia, l’allineamento si arresta al piano dei principi, mentre diverge significativamente sotto il profilo operativo e strutturale.

  • In primo luogo, la Strategia quantistica europea propone un modello di coordinamento multilivello, in cui la Commissione assume un ruolo propulsivo per armonizzare investimenti, standard e programmi nazionali. L’obiettivo è quello di costruire un mercato interno delle tecnologie quantistiche, fondato su un’infrastruttura interoperabile e su un tessuto normativo unitario; da consolidare attraverso il Quantum Act. La strategia nazionale, pur evocando la necessità di sinergie pubblico-private e il raccordo con i programmi europei, rimane ancorata a una logica ministeriale e a un’aggregazione di progettualità esistenti. L’assenza di una governance unica e permanente, dotata di autonomia strategica e di capacità di attuazione trasversale, rischia di indebolire la coerenza e l’impatto dell’intervento nazionale.
  • In secondo luogo, il divario si manifesta nella capacità di mobilitare risorse. Mentre il documento europeo prospetta un rafforzamento dei partenariati pubblico-privato e un incremento degli investimenti su scala continentale (anche attraverso strumenti dedicati come EuroHPC-JU), la strategia italiana parte da una base ancora modesta e non prevede strumenti fiscali o regolatori dedicati per attrarre capitali privati, né misure di de-risking per le startup deep-tech attive nel settore.
  • Un ulteriore scarto riguarda il profilo normativo e standardizzativo. La Commissione prevede esplicitamente lo sviluppo di un framework regolatorio unitario, capace di garantire la sicurezza, l’interoperabilità e la certificabilità dei sistemi quantistici. La strategia nazionale, al contrario, non affronta in modo sistematico la dimensione regolatoria, né propone un’agenda normativa per l’adozione di standard condivisi, lasciando irrisolte questioni cruciali come la gestione dei rischi tecnologici, la sicurezza nei settori critici o la governance dei dati sensibili.

In sintesi, l’Italia ha delineato una strategia solida nei presupposti e coerente nelle finalità, ma l’effettivo allineamento con la traiettoria europea richiederà un salto qualitativo sia in termini di capacità di governo del sistema, sia di ambizione giuridico-istituzionale. Senza un’integrazione più organica nelle strutture e negli strumenti europei, il rischio è che la strategia nazionale resti periferica rispetto al disegno di un’autentica sovranità quantistica europea.

Su un argomento simile può essere d’interesse l’episodio del podcast su “Quantum Computing: Potenzialità Infinite e Rischi Legali”.

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