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La Data Protection Commission (“DPC”), ossia l’autorità garante privacy irlandese ha annunciato l’avvio di un indagine formale nei confronti di Tinder, nota app di incontri che ha registrato un record di download nel 2019.

Il comunicato ufficiale pubblicato dall’Autorità riporta che l’indagine ha preso il via a seguito di molteplici reclami presentati non soltanto in Irlanda, ma anche in altri Paesi dell’Unione Europea, evidenziando carenze di conformità alla normativa europea sulla protezione dei dati personali. In particolare, si evidenziava un difetto di trasparenza del trattamento, lamentando altresì il mancato rispetto, da parte dell’azienda, degli obblighi relativi alle richieste di diritti dell’interessato.

Alla luce di quanto precede, l’Autorità stessa ha così dato avvio, di propria iniziativa, ad un’indagine transfrontaliera, attivando il meccanismo di cooperazione tra le autorità garanti europee coinvolte secondo quanto previsto ai sensi del GDPR. In tale quadro operativo la DPC, essendo l’autorità dello stabilimento principale nell’UE del titolare del trattamento, agirà in qualità di autorità capofila, dovendo interpellare, nel corso delle attività, le altre autorità di controllo coinvolte e dovendo altresì tenere conto di qualsiasi obiezione pertinente e motivata sollevata eventualmente da taluna di queste ultime, prima di assumere qualsiasi provvedimento.

L’obiettivo annunciato dell’indagine è pertanto quello di stabilire se il trattamento operato da parte della società sui dati personali dei propri utenti, in qualità di titolare del trattamento, sia fondato su basi legittime adeguate, se abbia correttamente adempiuto agli obblighi di trasparenza, nonché se la stessa abbia dato correttamente riscontro alle richieste dell’interessato, agendo in conformità con la disciplina privacy applicabile.

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