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L’AGCM ha sollevato delle criticità nel piano voucher relativo alla connettività in banda ultra larga che ora dovranno essere analizzate dal MISE.

Nel contesto della sua attività di segnalazione, l’AGCM ha espresso un parere – pubblicato con il Bollettino n. 37 del 21 settembre – relativamente al documento “Piano voucher per la connettività in banda ultra larga di famiglie con ISEE fino a 50.000 euro e imprese”, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico il 31 luglio 2020.

L’AGCM, pur condividendo la necessità di interventi di sostegno della domanda di servizi di telecomunicazione a banda ultra larga, ritiene che la c.d. fase II del piano voucher per la connettività in banda ultra larga presenti alcune criticità idonee a pregiudicare la concorrenza statica e dinamica nei mercati dei servizi all’ingrosso e al dettaglio di telecomunicazione a banda ultra larga.

In sintesi, il piano in questione prevede l’erogazione di voucher a favore di famiglie e imprese nel periodo 2020-2022, sotto forma di sconto sul prezzo di attivazione (ove presente) e sull’importo dei canoni per l’erogazione di servizi di comunicazione elettronica. Nel contesto della c.d. fase II dell’intervento, le famiglie che presentano i requisiti previsti dal piano potranno beneficiare del voucher per ottenere servizi di connettività ad almeno 30 Mbps.

L’AGCM è dell’opinione però che interventi generalizzati che includono soluzioni con velocità inferiori a 100 Mbps rischiano di pregiudicare i rapporti di concorrenza dinamica tra operatori – avvantaggiando quei soggetti che non effettuano investimenti nello sviluppo di reti a banda ultralarga – e così di ritardare il processo di ammodernamento delle reti di comunicazione elettronica in Italia.

L’erogazione di un sostegno economico per connessioni inferiori a 100 Mbps porterebbe all’adozione privilegiata di connessioni con tali velocità, a discapito di connessioni più veloci ma che necessitano di maggiori investimenti. L’intervento così definito avrebbe l’effetto di ritardare ulteriormente l’adozione di tecnologie più veloci, superiori a 100 Mbps, e vanificare la spesa pubblica destinata alla digitalizzazione del Paese.

Secondo l’AGCM, dunque, tale misura creerebbe effetti negativi dal punto di vista della concorrenza e, inoltre, risulterebbe contraria agli Orientamenti dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido delle reti a banda larga, non contribuendo al raggiungimento di obiettivi di interesse comune, non fornendo un adeguato effetto di incentivazione e non limitando l’aiuto al minimo necessario, requisiti previsi dagli Orientamenti affinché una misura di aiuto possa essere considerata compatibile con il mercato interno.

Le previsioni del piano che privilegiano le tecnologie più veloci non risultano poi tali da permettere un bilanciamento della concorrenza tra operatori, rischiando al contrario di comprometterla ulteriormente. Infatti, il criterio della preferenza tecnologica – consistente nella necessità di sottoscrivere l’offerta più performante disponibile allo specifico indirizzo civico al fine di ottenere il beneficio economico – potrebbe compromettere la concorrenza tra operatori laddove vi sia un unico operatore che detenga l’infrastruttura più performante ma vi siano diversi operatori in grado di offrire 100 Mbps con tecnologie differenti.

Alla luce di queste considerazioni, l’AGCM auspica “la modifica dei requisiti di capacità delle reti beneficiarie del contributo da 30 Mbps a 100 Mbps, con l’eliminazione del criterio di preferenza delle reti più performanti”. Tale modifica garantirebbe la mancanza di discriminazione tra operatori e un adeguato incentivo allo sviluppo delle reti di telecomunicazione, garantendo altresì l’effettività della misura. L’AGCM ritiene inoltre opportuno inserire specifiche regole che garantiscano la mobilità dei clienti beneficiari della misura di sostegno economico, eliminando qualsiasi onere di migrazione per tali soggetti.

Su di un simile argomento, è possibile leggere l’articolo “È via libera dell’UE al regime italiano di voucher per sostenere l’accesso ai servizi a banda larga”.

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