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La riforma finanziaria dell’UEFA con un fair play finanziario e un salary cap europeo potrebbe cambiare il mondo del calcio.

L’ufficialità è arrivata il 7 aprile 2022, giorno in cui la UEFA ha deciso di modificare il sistema che controlla i conti dei club europei, mediante l’adozione del nuovo “Regolamento UEFA Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria” che introduce la riforma finanziaria del gioco del calcio.

La crisi pandemica ha accentuato l’affermazione sempre più evidente dell’importanza della dimensione economica del calcio professionistico. L’impossibilità per le società di calcio di svolgere attività economiche connesse all’attività sportiva per un periodo di circa 2 anni non ha favorito l’aumento dei ricavi, che sono sempre stati inferiori ai costi. Sulla base dei bilanci delle società calcistiche del ventennio 2000 – 2020 (quindi in epoca precedente al diffondersi dell’emergenza pandemica) si può notare come, nonostante il fatturato annuo fosse aumentato, i costi anche in tale circostanza spesso superavano i ricavi comportando l’aumento dell’indebitamento.

L’aumento delle entrate può essere considerato un fattore positivo solo nel momento in cui si assista ad una gestione responsabile delle società che riesca a contenere i costi. In questo senso, la UEFA aveva ritenuto opportuno varare, nel settembre 2009, il Financial Fair Play Concept, che costituiva una serie di regole da osservare da parte delle squadre che partecipano alle competizioni europee. I pilastri su cui si basava tale progetto erano :

  • abbassare il costo dei salari e trasferimenti e limitare l’effetto inflazionistico;
  • favorire investimenti a lungo termine nel settore giovanile e nelle infrastrutture;
  • incoraggiare i club a competere nei limiti dei propri introiti;
  • assicurare che i club onorino i propri impegni finanziari con puntualità.

La sostenibilità del sistema calcio deve essere quindi basata sulla possibilità di spendere in proporzione a quanto si riesce a guadagnare. Le nuove norme, che entreranno in vigore nel prossimo giugno 2022 per andare a pieno regime in tre anni, sulla base delle dichiarazioni del Presidente Ceferin, favoriranno il raggiungimento degli obiettivi fin qui perseguiti: “preparare il calcio a qualsiasi potenziale shock, incoraggiando al contempo a fare investimenti razionali e a costruire un futuro più sostenibile per l’intero comparto. L’obiettivo si potrà raggiungere attraverso tre pilastri: solvibilità, stabilità e controllo dei costi“.

La più grande innovazione è la norma che regolarizza i costi di gestione della squadra, al fine di portare un migliore controllo delle spese in relazione ai salari dei giocatori e ai costi per i trasferimenti. Tale norma si differenzia nettamente dal classico esempio di Salary Cap “americano”, in quanto nel nuovo Regolamento UEFA gli stipendi dei giocatori e degli allenatori non hanno limiti o confini e non c’è una spesa massima da rispettare. Tuttavia, nel corso dell’anno solare un club potrà spendere al massimo fino al 70% dei propri ricavi. Come detto in precedenza, l’attuazione sarà graduale e vedrà la percentuale al 90% nel 2023/2024, all’80% nel 2024/2025 e al 70% nel 2025/2026.

L’UEFA ha stabilito una serie di sanzioni prestabilite, tra cui multe progressive in relazione sia alle violazioni che alla recidività, sanzioni sportive (divieto di schierare dei giocatori, esclusioni dai tornei, retrocessione da una coppa a un’altra) e sanzioni economiche.

Su di un simile argomento, è possibile leggere l’articolo “Il modello di governance sportiva, il caso Superlega e le relative problematiche legali”.

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