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L’U.S. Copyright Office ha negato la registrazione di immagini generate dall’intelligenza artificiale (IA) in quanto non tutelabili.

Con una recente decisione, l’U.S. Copyright Office ha negato la registrazione di immagini generate dall’intelligenza artificiale (IA) in quanto considerate non tutelabili ai sensi della normativa statunitense sul Copyright. Protagonista del caso in esame è Kristina Kashtanova, autrice del graphic novel “Zarya of the Dawn”, la quale ha utilizzato il software di generazione di immagini AI Midjourney per creare le immagini del suo libro, senza tuttavia dichiararlo nella richiesta di registrazione.

Nel 2022, l’U.S. Copyright Office aveva concesso all’artista la registrazione del suo graphic novel e, solo in un secondo momento, le vennero richiesti ulteriori chiarimenti circa l’entità dell’intervento umano nel processo di creazione delle immagini del suo libro.

Come ribadito dall’U.S. Copyright Office, la registrazione di un’opera originale è possibile solo se questa sia stata creata da un essere umano; infatti, la legge sul Copyright protegge solo “i frutti del lavoro intellettuale” che “si basano sui poteri creativi della mente”. Poiché tale disciplina è limitata alla tutela delle “concezioni intellettuali originali dell’autore“, la registrazione non può essere concessa qualora l’U.S. Copyright Office stabilisca che l’opera – nel nostro caso, le immagini – non sia stata creata da un essere umano ma, piuttosto, da uno strumento di IA generativa.

In conformità alla giurisprudenza (Feist Publ’ns, Inc. v. Rural Tel. Serv.; Burrow-Giles Lithographic Co. v. Sarony) e alla legge (cfr. 17 U.S.C. § 102(a) e (b)) rilevanti, l’U.S. Copyright Office ha pertanto affermato che non è possibile concedere la registrazione ad opere realizzate da una macchina o da un processo meccanico che funziona in modo casuale o automatico senza che vi sia un sufficiente apporto creativo o un sufficiente intervento da parte di un autore umano.

Nel graphic novel “Zarya of the Dawn”, l’esaminatore ha riconosciuto che Kristina Kashtanova fosse sicuramente l’autrice di alcuni elementi dell’opera. In particolare, è stato ritenuto che il testo dell’opera fosse stato scritto dall’autrice senza l’ausilio di altre fonti o strumenti tecnologici, incluso qualsiasi programma di IA generativa, riconoscendone così la tutela garantita dalla legge sul Copyright. Allo stesso modo, è stata riconosciuta tutela come compilazione alla selezione delle immagini che compongono l’opera, nonché alla posizione e disposizione di tali immagini e del testo su ciascuna delle pagine dell’opera.

Rispetto alle singole immagini generate dall’IA, invece, l’esaminatore ha affermato che queste non fossero il prodotto della creatività umana dell’autrice e, pertanto, non tutelabili ai sensi della normativa americana sul Copyright. Come evidenziato dall’esaminatore, il software Midjourney genera autonomamente i risultati ottenuti. Midjourney offre una tecnologia di intelligenza artificiale in grado di generare immagini in risposta a prompt di testo forniti dall’utente; tuttavia, questi prompt non vengono interpretati dal software come istruzioni specifiche per creare un particolare risultato espressivo. Dal prompt iniziale da parte dell’utente, infatti, vengono generate quattro immagini diverse basate sui dati di formazione di Midjourney e benché prompt aggiuntivi applicati a una di queste immagini iniziali possano influenzare le immagini successive, il processo non è mai controllato dall’utente perché non è possibile prevedere con anticipo ciò che Midjourney creerà. Dunque, secondo l’esaminatore il processo mediante il quale un utente di Midjourney ottiene un’immagine finale, che lo soddisfi, non può essere considerato lo stesso processo creativo di un artista, scrittore o fotografo umano. Infine, è stato anche ritenuto che una delle immagini generate dall’IA, benché successivamente modificata dall’autrice, non fosse idonea a costituire una creazione originale in quanto le modifiche apportate a tale immagine erano troppo minori per fornire la necessaria creatività volta ad ottenere tutela giuridica.

Alla luce di quanto sopra, l’U.S. Copyright Office ha deciso di annullare il certificato originale di registrazione del graphic novel “Zarya of the Dawn”– in quanto la domanda iniziale era costituita da “informazioni inaccurate e incomplete” – e di emetterne uno nuovo relativo al solo il materiale effettivamente creato dall’autrice Kristina Kashtanova. L’U.S. Copyright Office ha, quindi, escluso le immagini generate dall’IA in quanto, secondo l’Ufficio, opere create in assenza di alcun intervento umano.

La generazione di opere tramite l’uso di sistemi di IA è sicuramente un’innovazione molto interessante che solleva, inevitabilmente, molte domande sui diritti di proprietà intellettuale e il caso Kashtanova è, di certo, uno dei numerosi e recentissimi esempi che dimostrano come la digital art richieda – anche in Italia – riflessioni sempre più approfondite, se non un apposito intervento legislativo, sulla protezione giuridica delle opere generate con l’IA.

Successivamente alla sopra richiamata decisione, lo US Copyright Office ha pubblicato delle linee guida in cui ha confermato la posizione sopra indicata. Tuttavia, ha anche riconosciuto che, a seconda delle circostanze, ci possono essere situazioni in cui il contributo dell’individuo può essere tale da rendere proteggibili opere create con il supporto di sistemi di intelligenza artificiale.

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