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Il Legal Design come strumento innovativo per veicolare concetti giuridici e renderli immediatamente comprensibili per il grande pubblico.

Con il Legal Design il connubio tra design e legge è sempre più attuale e tangibile. Infatti, non solo la legge rappresenta lo strumento principale per la tutela delle opere di design e dei propri autori, ma anche il design può essere un mezzo per il legislatore (ma soprattutto per chi interpreta le leggi) per veicolare, a chi legale non è, anche i concetti giuridici più complessi.

Già dai primi graffiti preistorici, fino ad arrivare alle più moderne opere di design che vengono esposte ogni anno durante la Design Week milanese, passando per i magnifici affreschi rinascimentali e le opere d’arte più surreali e futuriste del ‘900, gli artisti hanno sempre voluto trasmettere al grande pubblico un messaggio.

Per la stessa ragione, ossia per veicolare concetti giuridici e renderli immediatamente comprensibili e fruibili per il grande pubblico, nasce il Legal Design. Il Legal Design (letteralmente, design della legge) è l’applicazione del design al mondo legale al fine di rendere i sistemi e i servizi legali umano centrici. Si tratta di una materia multidisciplinare che combina tra loro diverse competenze appartenenti ad ambiti disciplinari differenti, se non addirittura antitetici, al fine di rendere i contenuti legali comprensibili e fruibili al destinatario del messaggio stesso.

È la professoressa Margaret Hagan che nel 2013 istituzionalizza il Legal Design come materia di studio, fondando all’interno della Standford University, dove insegna tuttora, il Legal Design Lab e divenendone così la pioniera, nonché il principale punto di riferimento per gli studiosi e gli appassionati della materia. In particolare, Margaret Hagan definisce il Legal Design come “l’applicazione dell’UX design al mondo legale, al fine di rendere i sistemi e i servizi legali più umano-centrici, fruibili e soddisfacenti” per l’utente. Il Legal Design non è, infatti, altro che la combinazione del mondo legale con soluzioni tech e di design, con l’obiettivo di riportare i contenuti legali ad una dimensione terrena, a misura d’uomo, così da essere in grado di comunicare con l’utente finale.

Lo scopo principale del design applicato alla comunicazione di informazioni (e contenuti legali) nasce dall’esigenza di comunicare un messaggio specifico, e di ottenere una risposta desiderata. Rappresentare visivamente le informazioni per creare un significato in modo efficace è una questione di progettualità, deve tenere in considerazione in che modo veicolare un messaggio o un’informazione. Tramite l’utilizzo di elementi visivi è, infatti, possibile comunicare informazioni o concetti al fine di facilitare la comprensione degli stessi coinvolgendo il pubblico di riferimento. Applicando questo concetto al mondo legale, non si tratta solo di redigere o ridisegnare documenti legali, ma di empatizzare con il proprio audience, utilizzando il giusto mezzo e tone of voice per comunicare un contenuto legale.

A tal fine, il Legal Design consente di ridurre la complessità della comunicazione legale, adottando un approccio empirico, rendendo il testo giuridico più comprensibile in termini lessicali (utilizzando il c.d. “plain language”), nonché rivoluzionando il documento tramite l’applicazione di un processo di architettura informativa. Questo permette ai giuristi e ai designer di lavorare insieme al fine di creare contenuti legali che siano user friendly, fruibili e soprattutto comprensibili dal maggior numero di utenti e, in particolare, da coloro che non hanno competenze giuridiche. Come brillantemente afferma la Hagan, il Legal Design fornisce un paio di occhiali (“a new pair of glass”) all’utente finale, per poter leggere i contenuti legali di un documento.

Pertanto, non solo i contenuti sono importanti, ma anche l’architettura del documento e la gestione delle informazioni in esso contenute hanno la medesima rilevanza quando il documento viene letto dal destinatario. Affinché il documento sia effettivamente efficace e abbia il riscontro desiderato, ossia sia facilmente comprensibile da parte dei propri lettori, è necessario quindi adottare un approccio innovativo per giungere ad una dimensione umano-centrica dei contenuti e avvicinare i concetti espressi ai lettori stessi.

Nel Legal Design gli strumenti per raggiungere questo obiettivo sono sicuramente l’utilizzo di icone, colori, tabelle e grafici, nonché link e collegamenti testuali a sezioni, pagine e contenuti esterni. Ma il Legal Design è qualcosa di più profondo; non è sufficiente semplificare e rimodellare la vesta grafica dei contenuti legali per renderli più fruibili e accattivanti, ma è fondamentale comprendere la tipologia degli utenti che ne devono fruire e a cui sono rivolti al fine di capire i loro bisogni ed esigenze, nonché avvicinarsi al loro contesto, culturale e sociale, anche adeguando il tone of voice utilizzato. Ad esempio, a seconda della tipologia di utenti di un determinato servizio, anche individuata sulla base della fascia d’età e del contesto sociale e culturale di appartenenza, deve essere utilizzato un linguaggio specifico – più semplice e colloquiale nel caso di pubblico giovane oppure più formale e tecnico nel caso di utenti professionali – al fine di trasmettere i concetti legali in maniera adeguata e diretta.

Per fare un esempio pratico, basti pensare se abbiamo il “coraggio” o la “voglia” di leggere i termini e condizioni di utilizzo di un social network o di una app prima di accettarle oppure l’informativa privacy di un sito prima di registrarsi e fornire i dati alla società di turno. Molto spesso la risposta è “no” perché ci vuole troppo tempo e ci troviamo davanti l’ennesimo muro di testo incomprensibile con parole sconosciute ai più o comunque concetti troppo difficili da comprendere. Infatti, se per iniziare ad utilizzare uno qualsiasi dei servizi offerti su un sito oppure un’applicazione serve poco più di un minuto, leggere i documenti contrattuali o le relative informative privacy richiede molto più tempo ed attenzione, fintantoché gli utenti decidono di rassegnarsi e passare oltre. Proprio per questo motivo molti utenti accettano condizioni e prestano consensi senza effettivamente aver compreso gli usi consentiti di quel determinato sito internet, social network o app oppure come i loro gestori utilizzano e condividono i dati raccolti. Lo scopo di documenti, quali termini e condizioni generali o informative privacy, dovrebbe tuttavia essere quello di informare gli utenti su chi può fare cosa sul sito o diversa piattaforma a cui fanno riferimento o ancora chi farà cosa con i loro dati personali, ponendo gli utenti nella condizione di attivare determinate funzioni e/o servizi, o ancora di prestare il proprio consenso a questo o quel trattamento, in maniera consapevole.

Il Legal Design è quindi la soluzione a questo problema. Infatti, un approccio user friendly, accompagnato da un layout accattivante, può consentire alle aziende di sfruttare soluzioni innovative per vendere meglio i propri prodotti o servizi e ancora ottenere (e revocare) il consenso degli utenti in maniera dinamica. Ad esempio, permettendo all’utente di prestare o revocare il proprio consenso (ove necessario) al trattamento dei dati, ovvero di modificare le proprie preferenze in maniera semplice, immediata e senza formalità, l’utente è stimolato a rilasciare il proprio consenso in quanto consapevole di poterlo revocare con altrettanta facilità.

Per raggiungere efficacemente questo obiettivo, però, è necessario che entrambe le anime del Legal Design – quella “legal” e quella di “design” – si parlino, ossia che venga coinvolto sia un legale per poter rielaborare e semplificare i contenuti dei documenti, seppur mantenendone il significato ed il valore giuridico, sia un designer che sia in grado di raffigurare con immagini e schemi i concetti legali, senza snaturarne il significato. Non è, quindi, sufficiente limitarsi a rinnovare o rimodellare i documenti legali come procedure, informative, ma anche contratti e atti giudiziari nel più ambizioso dei casi, seguendo un approccio tradizionale, ma è necessario adottare una metodologia innovativa, o meglio un modello di design thinking, accostando – appunto – l’anima legal a quella di design.

In conclusione, dunque, il Legal Design sarà sempre più uno strumento imprescindibile per le società che intendono instaurare un legame più trasparente con i propri utenti. Infatti, può rappresentare la chiave di volta per interpretare in maniera moderna e innovativa i contenuti legali e i relativi concetti giuridici così da avvicinarli anche a chi un esperto del settore non è.

Per saperne di più, puoi anche ascoltare i nostri podcast in cui chiacchieriamo di Legal Design con le personalità più rilevanti in materia qui La rilevanza del legal design per le aziende con Stefania Passera (dirittoaldigitale.com) e Il design thinking cambia il settore legale con il legal design (dirittoaldigitale.com)

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