Il 26 giugno 2023 il Comitato amministrativo dell’UPC ha annunciato la scelta di Milano come terza sede della Divisione centrale dell’UPC. Il risultato è frutto di mesi di trattative avviate a seguito del recesso del Regno Unito dall’UPCA quale conseguenza della Brexit.
La decisione di istituire la terza divisione centrale a Milano, che affiancherà quelle di Parigi e Monaco di Baviera e sarà operativa a partire da giugno 2024, segna dunque ufficialmente il passaggio di testimone da Londra, originariamente designata.
Il negoziato che ha preceduto l’assegnazione è stato a lungo incentrato anche sulla devoluzione delle competenze alla sede milanese, con un braccio di ferro che ha portato a riconoscere a Milano un ambito più ridotto di competenze rispetto a quello inizialmente previsto per la corte inglese. Da un punto di vista generale, la suddivisione delle competenze tra le tre divisioni centrali è guidata dalla classificazione internazionale IPC (International Patent Classification). Per quel che riguarda Milano, la divisione centrale sarà competente per le controversie relative ai brevetti che rientrano nella categoria A della suddetta classificazione IPC, avente ad oggetto le “Necessità umane”, ad esclusione dei certificati di protezione complementare (CPC).
Ma cosa si intende con “necessità umane”?
È interessante notare come tale categoria non sia circoscritta ai soli brevetti farmaceutici, ma abbracci privative attinenti a settori ulteriori ed eterogenei, tra cui quello dell’agricoltura, dei prodotti alimentari, del tabacco, di articoli sanitari e medico-veterinari, articoli domestici, sport e giocattoli.
Si tratta di un ventaglio di materie davvero variegato, che offre all’Italia l’opportunità unica, da un lato, di consolidare la sua posizione di leadership in diversi settori industriali e, dall’altro lato, di affacciarsi in settori brevettuali ancora in parte inesplorati, divenendo punto di riferimento per i contenziosi aventi ad oggetto nuove tecnologie. Particolarmente promettente, ad esempio, sarà la possibilità di attrarre cause relative a prodotti e procedimenti del settore alimentare innovativi e di sempre maggiore interesse, tra cui quelli connessi alla fabbricazione di carne sintetica, le vertenze aventi ad oggetto dispositivi medici o, ancora, quelle attinenti alle tecnologie per la pulizia domestica, sempre più delegata a dispositivi all’avanguardia.
Al di là del riparto delle competenze, che ha fatto a lungo discutere, la scelta di Milano rappresenta dunque senz’altro un’opportunità irripetibile per l’Italia e per il futuro industriale del nostro Paese. Non ci resta che attendere che la divisione centrale milanese, per cui tanto è stato fatto, diventi operativa.
Su un simile argomento può essere interessante l’articolo: ” Il nuovo manuale UPC edito da Wolters Kluwer”.
Autrici: Laura Gastaldi e Claudia Galatioto