6 Febbraio 2024• byRoberto Valenti
L’intervista a Enzo Mazza, CEO di FIMI, sui fenomeni più recenti del mondo della musica, tra Festival di Sanremo, social media e intelligenza artificiale.
Torna anche quest’anno “Musica Legalissima”, la rubrica dedicata al Festival di Sanremo, con cui le professioniste e i professionisti del Dipartimento Intellectual Property and Technology di DLA Piper vi accompagneranno durante la settimana del Festival, analizzando tendenze e fenomeni del mondo della musica.
Per inaugurare la seconda edizione della rubrica, abbiamo intervistato Enzo Mazza, CEO di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) sui fenomeni più recenti che hanno interessato il settore musicale, partendo da quale sia l’impatto di Sanremo sulla musica italiana ed esplorando le prospettive più internazionali, che coinvolgono social media e intelligenza artificiale.
D: Gli artisti che partecipano al Festival, anche quelli non vincitori, riescono ad assicurarsi vendite ed ascolti record, grazie alla visibilità ottenuta tramite il palco dell’Ariston. Qual è l’impatto che il fenomeno del Festival di Sanremo ha sull’indotto dell’industria musicale?
L’effetto streaming scaturito dal riavvicinamento del Festival di Sanremo al mercato discografico di questi ultimi anni è un valore centrale su cui si sono focalizzati gli sforzi delle case discografiche, che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella promozione degli artisti sul palco dell’Ariston. E non solo: l’investimento delle case discografiche sui brani e sugli artisti in gara genera un indotto in favore di diversi segmenti economici inerenti al Festival, dalla stessa televisione all’hospitality, passando per la musica live, il mondo editoriale e autoriale, oltre che ovviamente l’ecosistema dei media.
Negli ultimi anni è cresciuto il numero di award di platino ricevuto dagli artisti in gara al Festival per le vendite ottenute dopo la partecipazione a Sanremo. Inoltre, l’edizione di quest’anno è quella con il maggior numero di certificazioni platino ottenute dai cantanti che saliranno sul palco: 512 (+50% rispetto al 2023). In retrospettiva, i brani in gara alle ultime undici edizioni di Sanremo hanno conquistato 184 certificazioni platino e di queste ben 121 sono state assegnate alle canzoni che hanno partecipato al Festival sotto la direzione artistica di Amadeus.
Anche il segmento dello streaming è stato fortemente influenzato dal Festival di Sanremo: gli ascolti in streaming dei brani in gara all’ultima edizione di Sanremo hanno superato per la prima volta il miliardo di riproduzioni, registrando una crescita del 23% rispetto all’edizione 2022 e del 198% rispetto a quella del 2020.
D: Il 2023 è stato l’anno che ha visto il ritorno “alla ribalta” dei concerti live dopo oltre due anni di stop a causa del Covid. In particolare, all’estero si è assistito ai successi milionari dei tour di artiste quali Taylor Swift e Beyoncé, che hanno esaurito i biglietti in pochissimo tempo e che sono stati in grado di generare introiti non solo per le attività strettamente legate all’organizzazione dei concerti, ma anche per le città che hanno ospitato le date degli eventi. Ci si può aspettare che questi fenomeni siano replicati in Italia, magari anche grazie alla partecipazione degli artisti a Sanremo? Quali previsioni possono essere fatte per i cantanti che organizzeranno live nel 2024?
Il 2024 si avvia ad essere un anno record per i concerti live anche in Italia. Certamente gli artisti che parteciperanno al Festival di Sanremo godranno sicuramente di una promozione per poter assicurare le presenze e il successo dei tour estivi.
D: Negli ultimi giorni si è molto parlato del ritiro delle canzoni di Universal Music Group (UMC) da TikTok, a seguito del mancato raggiungimento di un accordo nelle trattative di rinnovo dei contratti di licenza con la piattaforma. Secondo UMC il fallimento delle trattative è legato al rifiuto di TikTok di accordarsi sul pagamento di musicisti e autori, sulla tutela rispetto all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e sulla sicurezza online degli utenti di TikTok. In particolare, UMC sostiene che la proposta del social network rispetto al compenso da riconoscere agli artisti e agli autori sarebbe inferiore al rate che viene corrisposto da altre importanti piattaforme. In attesa di aggiornamenti sul negoziato, autori e artisti saranno sicuramente i soggetti più influenzati dall’assenza delle canzoni su uno dei social media più usati, sprattutto dalla Gen Z. Qual è la rilevanza dei social media nel mercato musicale e come l’utilizzo (e il ritiro) delle canzoni impatta i ricavi degli artisti?
Nel 2023 i social media hanno generato 41 milioni di euro tra tutte le maggiori piattaforme, di questi meno di 2 milioni arrivano da TikTok. Nel 2022 TikTok ha pesato sul mercato discografico per 4,9 milioni di euro, ovvero l’1,6 % del totale mentre come usage tra i fan arriva al 7,8 % dei consumi di musica. Tuttavia, è evidente che nonostante un utilizzo ampio i ricavi siano molto bassi. A confronto, YouTube rappresenta il 12 % dei ricavi nel 2022.
Sicuramente la rimozione dei contenuti gestiti da UMC avrà un significativo impatto la cui dimensione si potrà comprendere solo più avanti.
D: L’interazione tra intelligenza artificiale (AI) e settore musicale è uno degli argomenti più discussi nell’ultimo anno, primo fra tutti l’utilizzo di opere protette da diritto d’autore senza il consenso dei titolari dei diritti. L’AI Act è in fase di approvazione e ha attirato l’attenzione di artisti, che hanno chiesto che venga assicurata la tutela dei loro diritti. Quali sono gli aspetti più rilevanti che i legislatori dovrebbero tenere in considerazione per configurare un quadro normativo che rispetti le richieste degli operatori del settore creativo?
L’aspetto più importante, e che l’ultima versione dell’AI Act approvata dal Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) ha stato confermato, riguarda la trasparenza nella formazione dell’AI. Come anche specificato dalla nuova formulazione del Considerando 60k dell’AI Act, i fornitori di modelli di AI General-Purpose (ossia modelli che hanno un’ampia gamma di possibili usi, sia previsti che non previsti dagli sviluppatori e che possono essere applicati a diversi task in vari campi, “GPAI”). sono tenuti a rendere pubblicamente disponibili sintesi sufficientemente dettagliate dei contenuti, anche protetti da diritto d’autore, utilizzati nel training dei sistemi diAI (art. 52c dell’AI Act). Questo “obbligo di risultato” ha lo scopo di “facilitare le parti con interessi legittimi, compresi i titolari dei diritti d’autore, a esercitare e far valere i propri diritti ai sensi del diritto dell’Unione (Considerando 60k dell’AI Act).
Il Considerando 60j sulla “giurisdizione” chiarisce molto opportunamente che qualsiasi fornitore che immette un modello di AI per scopi generali sul mercato dell’UE dovrebbe rispettare l’obbligo di trasparenza, “indipendentemente dalla giurisdizione in cui gli atti rilevanti ai sensi del diritto d’autore sono alla base della formazione di tali modelli di GPAI hanno luogo”. Ciò è anche in linea con il principio secondo cui “nessun fornitore dovrebbe essere in grado di ottenere un vantaggio competitivo nel mercato dell’UE applicando standard di copyright inferiori a quelli previsti nell’Unione” (Considerando 60j dell’AI Act). Infine, in relazione ai modelli open source (art. 52c dell’AI Act), il testo prevede una deroga al Regolamento per i modelli di AI open source, ma chiarisce che gli obblighi di trasparenza e di rispetto della normativa sul copyright si applicano in ogni caso.
Per quanto riguarda la c.d. “text e data mining exception” (ossia l’estrazione di testo e di dati tramite qualsiasi tecnica automatizzata volta ad analizzare grandi quantità di testi, suoni, immagini, dati o metadati in formato digitale con lo scopo di generare informazioni, inclusi modelli, tendenze e correlazioni), il Considerando 60i fornisce un utile chiarimento sulla facoltà di opt-out dei titolari dei diritti. Infatti, qualora “il diritto di opt-out sia stato espressamente riservato in modo appropriato, i fornitori di modelli GPAI devono ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti se vogliono effettuare text e data mining sulle loro opere”.
In generale questo complesso di norme riguardanti l’AI sarà anche oggetto di un confronto in sede di G7, la cui presidenza è stata affidata all’Italia. Sicuramente, il tema della tutela dei diritti rimarrà centrale in molteplici giurisdizioni, anche alla luce delle numerose cause promosse dai titolari dei diritti in vari tribunali, sia in Europa che oltreoceano.
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Intervista a cura di: Roberto Valenti, Lara Mastrangelo e Chiara D’Onofrio