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L’autorità per la concorrenza francese (Autorité de la concurrence) ha inflitto a Google, una multa di 250 milioni di euro per non aver rispettato alcuni degli impegni presi nel giugno 2022.

Al noto motore di ricerca era stato ordinato per la prima volta di conformarsi alle misure provvisorie nell’aprile 2020, ma non era riuscito a farlo, ricevendo una multa di 500 milioni di euro nel luglio 2021. Questa decisione si inserisce nel contesto dell’adozione della legge francese sui di diritti connessi (che recepisce la direttiva europea sul diritto d’autore e i diritti connessi del 17 aprile 2019), la quale mira a creare le condizioni necessarie per una negoziazione equilibrata tra agenzie di stampa, editori e piattaforme digitali. Questo insieme di leggi si propone di ridefinire la distribuzione del valore nel settore della stampa a vantaggio dei suoi operatori, e di affrontare le significative trasformazioni che il settore ha subito negli ultimi anni. Questi cambiamenti includono la crescente presenza del pubblico digitale, che si accompagna alla diminuzione della diffusione della stampa tradizionale, e il fatto che una parte considerevole dei ricavi pubblicitari è ora controllata dalle principali piattaforme online.

Nel giugno 2022, l’Autorité aveva accettato, per un periodo di cinque anni, rinnovabile una volta, gli impegni proposti da Google per porre fine alle preoccupazioni sulla tutela della concorrenza espresse. Tali impegni, tuttavia, non sono stati rispettati.

In particolare, secondo l’Autorità, Google non avrebbe rispettato quattro dei suoi sette impegni, il cui obbiettivo era garantire i seguenti principi:

  • negoziare in buona fede, basandosi su criteri trasparenti, obiettivi e non discriminatori, entro tre mesi;
  • fornire agli enti di stampa e agli editori le informazioni necessarie per valutare in modo trasparente la loro remunerazione per i diritti connessi; e
  • adottare le misure necessarie per garantire che le negoziazioni non influenzino altre relazioni economiche tra la società e gli enti di stampa e gli editori.

Questa azione esecutiva sottolinea, da un lato l’importanza di sostenere le leggi sul diritto d’autore in un panorama digitale in rapida evoluzione, e dall’altro sottolinea anche la crescente intersezione tra diritto d’autore e diritto della concorrenza, in quanto le autorità di regolamentazione cercano di affrontare le pratiche anticoncorrenziali che possono derivare dall’abuso dei diritti di proprietà intellettuale da parte di operatori di mercato dominanti.

Nel caso in oggetto, la questione riguarda nello specifico i Chatbot di Intelligenza Artificiale (IA) sviluppati da Google. L’autorità della concorrenza ha scoperto che la società avrebbe utilizzato contenuti di agenzie di stampa ed editori per addestrare il modello di base di questo servizio di IA senza richiedere la loro autorizzazione. Questo uso non autorizzato di contenuti non solo mina i diritti dei creatori di contenuti, ma ostacola anche la loro capacità di negoziare un’equa remunerazione per il loro lavoro. Incorporando questi contenuti nel suo servizio di intelligenza artificiale senza un adeguato consenso, la Società ha di fatto aggirato i canali tradizionali attraverso i quali viene negoziato l’utilizzo dei contenuti, creando un significativo squilibrio nell’ecosistema digitale.

In risposta alla multa inflitta dall’Autorité, Google si è impegnata ad attuare una serie di misure correttive per risolvere le violazioni riscontrate. Tuttavia, le implicazioni di questa azione esecutiva vanno oltre questa risposta immediata, segnalando un cambiamento più ampio nel modo in cui le autorità di regolamentazione affrontano l’intersezione tra copyright, concorrenza e tecnologia IA nell’era digitale.

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