La Corte di Cassazione ha messo la parola fine ad un altro dei capitoli giudiziari che vedono contrapposti gli eredi di Lucio Battisti e una delle maggiori major discografiche, confermando la decisione della Corte d’Appello di Milano che aveva già respinto la richiesta di risarcimento avanzata dalla casa discografica ai danni degli eredi dell’artista.
Chi abita a Milano ricorderà che qualche anno fa, uscendo dalle metro, ci si trovava di fronte ad enormi cartelloni nei quali una nota piattaforma di streaming musicale pubblicizzava il fatto che – dopo anni di assenza – le canzoni di Lucio Battisti sarebbero state finalmente disponibili online.
Come noto, questa svolta è giunta dopo anni di diatribe legali: diatribe, al plurale, perché le cause che hanno visto coinvolti gli eredi Battisti e le major sono più di una. Una di queste si è recentemente conclusa con decisione della Corte di cassazione del 14 maggio 2025.
- La decisione della Corte di Cassazione n. 12956/2025
Con la decisione in parola la Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei precedenti gradi di giudizio, respingendo il ricorso presentato da una major contro Aquilone s.r.l. e Edizioni Musicali Acqua Azzurra s.r.l. (in liquidazione).
In particolare, la major discografica aveva richiesto un risarcimento complessivo di circa 7 milioni di euro, sostenendo che tali società (e di fatto gli eredi Battisti, amministratori delle società convenute) avessero ostacolato lo sfruttamento economico delle opere musicali dell’artista (nello specifico, delle registrazioni fonografiche), in particolare revocando il mandato alla SIAE per l’utilizzazione online delle sue opere e impedendo l’uso delle registrazioni in spot pubblicitari.
La Corte ha confermato integralmente la decisione della Corte d’Appello, rigettando quindi il ricorso della major. In particolare, la Corte d’Appello aveva respinto la tesi dell’appellante evidenziando soprattutto due aspetti:
- assenza di un nesso causale tra le condotte contestate e il danno lamentato: secondo la Corte sarebbe decorso un lungo intervallo di tempo tra la consapevolezza dell’attrice circa la presunta illiceità dei comportamenti contestati e la richiesta di risarcimento, con l’effetto che mancherebbe un effettivo nesso causale tra condotta e danno, sia per la distribuzione online delle opere che per la loro sincronizzazione.
- assenza di condotte illecite o inadempienti: secondo la Corte le domande risulterebbe infondate anche per l’insussistenza di comportamenti illeciti imputabili ai convenuti. In particolare, non vi sono elementi che dimostrino l’avvio di trattative con gli aventi diritto dopo la revoca del mandato alla SIAE, né risultano proposte concrete in relazione ai diritti di sincronizzazione. Mancherebbe, dunque, anche qualsiasi elemento idoneo a far sorgere in capo alle convenute obblighi di comportamento specifici verso l’attrice o una forma di affidamento reciproco.
Tornando alla decisione della Corte di Cassazione, è interessante evidenziare che, con riferimento alla responsabilità da contatto sociale invocata dalla ricorrente, la Corte ha precisato che essa è configurabile solo quando il danno derivi dalla violazione di una specifica regola di condotta imposta dalla legge a tutela dei terzi esposti ai rischi dell’attività svolta, e non ogniqualvolta un soggetto arrechi un danno riflesso a terzi.
Nel caso in esame, la censura è stata ritenuta inammissibile per difetto di specificità, non essendo stata indicata la norma che imporrebbe la regola di condotta asseritamente violata. Inoltre, la doglianza è risultata inammissibile anche per motivazione apparente, in quanto priva di una adeguata illustrazione nel motivo di ricorso.
- Altre controversie legali sul repertorio Battisti
Oltre alla disputa in oggetto, gli eredi di Lucio Battisti sono stati coinvolti in altre controversie legali riguardanti la gestione dei diritti d’autore dell’artista. Una delle principali riguarda la società Acqua Azzurra s.r.l., fondata nel 1969 da Battisti e Mogol per gestire i diritti delle loro opere.
Dopo la morte di Battisti, la gestione della società è stata oggetto di contenziosi tra gli eredi, Mogol e una nota major discografica, che detiene una quota significativa della società. Le divergenze sulla gestione e lo sfruttamento del catalogo hanno portato a numerose cause legali, culminate nel 2016 con una sentenza che ha riconosciuto a Mogol un importante risarcimento.
Nel 2017, la società è stata posta in liquidazione, e qualche anno dopo, a seguito della decisione del liquidatore di restituire alla SIAE il mandato anche per l’incasso dei diritti sul web, il catalogo di Battisti è stato reso disponibile sulle principali piattaforme di streaming.
- Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione rappresenta un ulteriore tassello nella complessa vicenda giudiziaria legata allo sfruttamento economico del repertorio di Lucio Battisti. In particolare, la sentenza ribadisce l’importanza di un inquadramento rigoroso delle responsabilità giuridiche, escludendo automatismi risarcitori in assenza di condotte illecite o di obblighi giuridicamente rilevanti tra le parti.
Un monito, in definitiva, alla necessità di chiarezza e precisione nella gestione e nella tutela dei diritti d’autore, specie in un contesto – come quello musicale – dove interessi economici, eredità artistiche e innovazioni tecnologiche si intrecciano in modo sempre più articolato.
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Autore: Lara Mastrangelo