Il 14 marzo 2025, il Consiglio ha approvato il mandato negoziale per la regolamentazione delle nuove tecniche genomiche (new genomic techniques – regolamento NGT), segnando un passo significativo verso l’innovazione e la sostenibilità nel settore agroalimentare.
Questo accordo, raggiunto dopo mesi di discussioni tecniche e politiche, pone particolare attenzione alla gestione dei brevetti che, anche in questo caso, costituiscono uno strumento cruciale per garantire trasparenza e competitività nel mercato.
Le nuove tecniche genomiche rappresentano un avanzamento tecnologico che permette di ottenere piante con caratteristiche migliorate, quali una maggiore resistenza alle malattie e alle condizioni climatiche avverse.
La novità di qualche giorno fa si pone in discontinuità con quanto avvenuto nel febbraio 2024, quando il Parlamento europeo si era opposta alla proposta legislativa della Commissione e del Consiglio sulle nuove tecniche genomiche a modifica del Regolamento (UE) 2017/625 introducendo molti emendamenti per escludere la brevettabilità delle piante NGT, di loro parti e delle informazioni genetiche ivi contenute (cd. “patent ban“).
La regolamentazione proposta distingue tra due tipologie di piante NGT: cathegory 1 NGT Plants, considerate alla stregua delle piante presenti in natura e pertanto esentate dall’applicazione della normativa sugli organismi geneticamente modificati; cathegory 2 NGT Plants, soggette invece alle stesse norme degli OGM, comprese quelle in materia di etichettatura, valutazione del rischio autorizzazione prima dell’immissione sul mercato).
Uno degli elementi chiave del mandato negoziale riguarda la gestione dei brevetti. Infatti, sarà onere di tutte le imprese che richiedono la registrazione di una pianta o di un prodotto appartenente alla prima categoria quello di dare evidenza di tutti i brevetti esistenti e di quelli per i quali, pur non ancora concessi, sia già stata presentata domanda. Inoltre, un’apposita banca dati accessibile al pubblico istituita dalla Commissione sarà deputata a contenere l’elenco di tutte le piante NGT1 in un’ottica di trasparenza.
A supervisionare l’impatto delle privative brevettuali sulla filiera agroalimentare sarà poi chiamato, secondo quanto previsto dalla proposta del Consiglio, un comitato di esperti composto da rappresentanti degli Stati membri.
Allo stesso fine, un anno dopo l’entrata in vigore del Regolamento, anche la Commissione dovrà pubblicare uno studio che tenga conto dell’effetto dei brevetti sulla competitività del settore e su come i titoli incidano sull’accesso degli agricoltori alle piante NGT brevettate.
Sarà interessante a questo punto attendere il testo definitivo all’esito delle trattative con il Parlamento europeo.
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