I fenomeni di c.d. trade mark squatting sono noti da tempo in Paesi come la Cina ma nel corso dei mesi di marzo e aprile di quest’anno anche l’Ufficio Brevetti e Marchi Russo (“Rospatent”) ha assistito ad un aumento consistente del numero di domande di registrazione aventi ad oggetto marchi identici e/o simili a marchi rinomati a nome di soggetti o aziende russe locali.
In questo contesto, i servizi di sorveglianza sono uno strumento essenziale che consentono ai titolari di marchi di giungere tempestivamente a conoscenza dei depositi in violazione dei propri diritti e di valutare, di concerto con i legali locali, le strategie migliori per contrastare la concessione delle privative presentate in mala fede.
È importante notare che il Rospatent non ha ancora esaminato le numerose domande presentate, ma, se finora lo stesso si è mostrato attento a tutelare le privative anteriori, non è dato sapere quale sarà ora la sua posizione in un contesto radicalmente modificato, anche a seguito dei più recenti decreti emanati. Basti pensare al decreto n. 299/2022 del 6 marzo scorso che ha rimosso l’indennizzo dovuto in caso di sfruttamento di brevetti, modelli di utilità o design appartenenti a soggetti stranieri provenienti da Paesi che hanno applicato sanzioni alla Federazione Russa e alla legge n. 46-FZ dell’8 marzo scorso che autorizza il governo russo a identificare i prodotti per i quali le regole di protezione dei diritti IP potranno essere derogate.
Pertanto, nel presente contesto è essenziale attivare servizi di sorveglianza in Russia, ove non già in essere, e presentare opposizioni informali a mezzo dei legali locali, sperando che il Rospatent non segua le orme della recente sentenza del tribunale russo che ha negato tutela al titolare dei diritti su un noto personaggio per bambini, per il solo fatto che si trattava di una società britannica e, quindi, di un Paese “ostile” al governo russo.
Tuttavia, qualora le domande de qua dovessero giungere a registrazione, i titolari dei diritti anteriori potranno agire nei confronti delle stesse, entro cinque anni dalla data di pubblicazione della registrazione, presentando azioni di nullità e/o dopo tre anni dalla data di registrazione attraverso azioni di decadenza per mancatouso, in caso di assenza reale di utilizzo del segno.
Il trade mark squatting è una tra le più grandi minacce che i titolari di marchi di impresa devono continuamente contrastare, in quanto mette a repentaglio i profitti e la reputazione delle aziende, nonché potenzialmente anche la salute, la sicurezza e la fiducia dei consumatori. Per questo motivo, è fondamentale agire prontamente per la tutela ed in difesa dei propri diritti di proprietà intellettuale.
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