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In data 8 gennaio 2020, il Tribunale di Roma si è nuovamente pronunciato sulla questione dell’utilizzo di tecnologia software in assenza di una valida licenza. La vicenda muoveva da un ricorso d’urgenza depositato da due società che operano nell’ambito del digital marketing e delle tecnologie per la creazione di contenuti digitali, le quali richiedevano l’autorizzazione ad ottenere la descrizione dei software utilizzati da altre due società appartenenti al mondo dell’editoria al fine di verificarne la corrispondenza con le licenze d’uso da loro concesse.

Le società attrici lamentavano infatti un utilizzo senza licenza dei propri software e richiedevano al tribunale di accertare la violazione del diritto d’autore connesso ai software in oggetto, del diritto d’esclusiva sui marchi associati, e di riconoscere l’illeceità della condotta delle società convenute in termini di concorrenza sleale. A tal proposito, le attrici richiedevano il risarcimento dei danni patrimoniali e non subiti a seguito delle condotte poste in essere dalle convenute e la rimozione dei programmi dai loro elaboratori.

Nel caso di specie il tribunale, non avendo comprovato le controparti l’uso legittimo dei programmi ed essendo stato accertato dalla descrizione e dalla CTU l’utilizzo senza licenza dei software, ha riconosciuto la violazione del diritto d’autore in capo alle parti attrici in relazione ai software condannando le convenute al pagamento del prezzo che avrebbero dovuto pagare per il loro utilizzo e del pagamento del lucro cessante volto a compensare i danneggiati, nelle parole del tribunale, “del mancato tempestivo godimento dell’equivalente in denaro del bene perduto dalla data dell’evento all’attualità”. Si tratta di una decisione importante perché potrebbe comportare l’inizio di numerosi contenziosi derivanti dall’utilizzo illegittimo di software.

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