l’AGCom ha pubblicato gli esiti dell’indagine avviata con delibera 131/21/CONS avente ad oggetto possibili nuove modalità di utilizzo dello spettro radio al servizio dei settori verticali
L’AGCom ha recentemente pubblicato gli esiti dell’indagine conoscitiva avviata con delibera 131/21/CONS, avente ad oggetto possibili nuove modalità di utilizzo dello spettro radio al servizio dei settori verticali (c.d. “vertical”).
Il documento in cui sono riportati gli esiti dell’indagine conoscitiva, disponibile sul sito dell’Autorità, si concentra: (i) sull’introduzione e la descrizione del framework europeo; (ii) sulle esigenze di connettività dei settori verticali; (iii) sulle opportunità di utilizzo delle risorse spettrali per i vertical offerte dal regolamento di cui alla delibera 231/18/CONS; e (iv) sulle possibili nuove modalità di utilizzo dello spettro da parte dei vertical.
Con riferimento al primo punto, l’AGCom evidenzia che i rispondenti all’indagine conoscitiva hanno in generale condiviso l’inquadramento del local licensing proposto dall’Autorità. I rispondenti – secondo quanto è riportato nel documento recante gli esiti dell’indagine – hanno evidenziato la necessità di “tener conto particolarmente di alcuni elementi quali ad esempio le peculiarità di ciascun mercato nazionale, gli eventuali ritardi nell’utilizzo dello spettro dovuti alla mancanza di domanda per determinate bande ovvero alla presenza di altri utilizzatori (cd. incumbent) e la necessità di garantire la prevedibilità del contesto giuridico e operativo agli operatori che hanno già realizzato e pianificato investimenti connessi all’utilizzo di tali bande”. E’ stata inoltre affermata la centralità della tecnologia 5G per le applicazioni verticali nonché la l’importanza delle soluzioni di Edge Computing.
Con riferimento al secondo punto, l’Autorità indica che, in merito alla tematica principale – “riguardante il modello di connettività da parte dei vertical ed il tipo di approccio da adottare per la trasformazione digitale” – l’indicazione prevalente da parte degli operatori partecipanti è stata “per un orientamento all’acquisto dei servizi da parte dei vertical (approccio buy), anche indipendentemente dal tipo di applicazione e dal settore”.
Ciononostante – ritiene l’AGCom – l’esito della consultazione non è “univocamente interpretabile come una definitiva affermazione, per il mercato italiano, dell’inappropriatezza di un modello di connettività per i vertical basato su un approccio di tipo make”. Ciò – secondo l’Autorità – “sia in ragione di uno scenario ancora in fase di evoluzione, anche in funzione delle politiche di trasformazione digitale, come visto, sia perché la platea dei rispondenti alla consultazione presenta comunque una caratterizzazione piuttosto marcata”.
Con riferimento all’utilizzo delle risorse spettrali, l’Autorità rende noto che la valutazione degli strumenti di accesso introdotti con la delibera n. 231/18/CONS è stata “largamente positiva” poiché tali misure sono state ritenute “sufficienti” e “possono essere utilmente perseguite”. In particolare, gli strumenti già disponibili, quali il leasing, l’accesso alle reti degli operatori e lo sharing, “appaiono adeguati all’attuale stato di sviluppo del mercato”, benché “risultano ancora sfruttati solo in modo parziale”.
Quanto al quarto punto, l’Autorità evidenzia come l’indagine conoscitiva abbia posto in esame “varie possibili nuove modalità di utilizzo dello spettro da parte dei vertical”, quali ad esempio: (i) la possibilità di specifiche riserve di spettro; (ii) l’impiego di meccanismi di leasing/sharing o di accesso forniti da operatori licenziatari; e (iii) l’uso di spettro unlicensed.
In conclusione, l’AGCom, ritenuta l’opportunità di approfondire alcuni elementi segnalati come rilevanti dai partecipanti all’indagine, ha dichiarato che “si darà corso a un supplemento di indagine dando continuità all’utile e costruttiva interlocuzione con gli stakeholder” e che, pertanto, verranno predisposti “ulteriori quesiti su temi specifici”.
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