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Le misure adottate dalla Russia contro i Paesi ostili potrebbero mettere a rischio i proventi derivanti dallo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale.
La guerra innescata dall’invasione della Russia ha determinato conseguenze ulteriori rispetto al tragico conflitto bellico. Alcuni Paesi occidentali hanno infatti imposto una serie di sanzioni economiche contro il paese aggressore, a cui la Russia sta a sua volta rispondendo.

In particolare, in tema di proprietà intellettuale, con il Decreto n. 299 del 6 marzo 2022, pubblicato ed entrato in vigore il 7 marzo 2022, il Governo della Federazione Russa ha previsto che per lo sfruttamento di alcuni diritti di proprietà intellettuale validi in Russia, i cui titolari appartengono a “Stati e territori stranieri che hanno commesso atti ostili contro la Federazione russa” (individuati con il decreto 430-r/2022), non sia dovuto alcun compenso al titolare.

Il Decreto è intervenuto sull’articolo 1360 del codice civile russo in materia di licenze obbligatorie dei diritti di brevetto, modelli di utilità e disegni industriali, che legittima il libero sfruttamento di tali diritti da parte del Governo della Federazione Russa in casi di assoluta necessità legati alla garanzia della difesa e della sicurezza dello Stato, e alla protezione della vita e della salute dei cittadini. Tale disposizione del codice civile russo, quindi, consente di utilizzare invenzioni, modelli di utilità o disegni industriali senza la necessità di dover ottenere una previa autorizzazione del titolare dei diritti, ma comunicandogli tempestivamente tale utilizzo e pagandogli un compenso.

Con il Decreto 299 del 2022 è stato quindi apportata un’aggiunta all’articolo 1360 del codice civile russo. Il nuovo articolo 1360 sancisce oggi il libero sfruttamento di brevetti, modelli di utilità e disegni industriali i cui titolari appartengono a Paesi ostili, prevedendo che l’importo del risarcimento sia pari allo 0% dei proventi derivanti dallo sfruttamento del diritto.

Pertanto, alla luce di tale nuova normativa, ai titolari dei diritti di proprietà intellettuale, associati agli Stati stranieri che hanno attuato sanzioni, restrizioni o qualsiasi tipo di atto ostile nei confronti della Russia, non è più consentito richiedere un risarcimento del danno per violazione dei propri diritti di privativa. Inoltre, tale nuova previsione, esenta i “pirati” del web da qualsiasi tipo di responsabilità, sia civile che penale, per le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale poste in essere nei confronti dei soggetti titolari dei diritti che sono in qualche modo legati a Paesi facenti parte della “black list”.

In particolare, ad oggi, tale “black list” consta di 48 Paesi, tra i quali rientrano gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Unione Europea, l’Australia, il Giappone e altri Paesi che hanno criticato le azioni della Russia. La nuova legge ritiene sussistente un legame fra il titolare di un diritto di proprietà intellettuale e un “Paese ostile” qualora ivi abbia cittadinanza, o sede, o ivi realizzi la maggior parte dei profitti.

Le implicazioni derivanti dal Decreto n. 299 potrebbero causare effetti irreversibili, tra cui una drastica riduzione, se non addirittura la cessazione, degli investimenti esteri in Russia, con le relative conseguenze economiche. È evidente che un Paese che non tutela i diritti di proprietà intellettuale non stimola l’innovazione e, pertanto, si ferma.

Peraltro, secondo quanto dichiarato dal Ministro dello Sviluppo Economico russo, le disposizioni recentemente promulgate per i titoli di proprietà industriale sopra indicati, potrebbero essere estese anche ai marchi e ai diritti sul software. L’adozione di un decreto sui marchi simile al Decreto n. 299 permetterebbe agli individui o alle aziende russe di sfruttare un marchio senza subire conseguenze. È infatti già accaduto che un tribunale distrettuale russo abbia pretestuosamente utilizzato le sanzioni economiche adottate dai Paesi occidentali al fine di consentire ad un individuo di utilizzare i marchi di “Peppa Pig” di Hasbro Inc. senza dover chiedere il permesso o pagare alcun corrispettivo.

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