È stato reso pubblico il tanto atteso Report per il 2023, intitolato “Italian Sounding: quanto vale e come trasformarlo in export made in Italy” realizzato in collaborazione con ISMEA nell’ambito della Rete Rurale Nazionale e del MASAF.
Questo studio si concentra sull’impatto economico dell’Italian Sounding sull’esportazione dei prodotti agroalimentari italiani.
Uno dei dati più rilevanti emersi dall’analisi riguarda il valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani nel 2022, che ha raggiunto la cifra di 58,8 miliardi di euro. Ancora più sorprendente è poi il valore stimato dei prodotti soggetti a Italian Sounding nel mondo, che ammonta addirittura a 91 miliardi di euro.
La vastità del fenomeno dell’Italian Sounding e il suo valore significativo hanno spinto gli autori del Report a considerare misure adeguate per trasformare la domanda di “Italian sounding” in un effettivo export del settore agroalimentare italiano.
Secondo quanto riportato nel Report, una delle chiavi risiederebbe nell’accelerazione degli investimenti in questo settore, non solo in termini di volumi.
Tra le possibili soluzioni, gli autori suggeriscono anche l’attrazione di nuovi finanziamenti nazionali e sovranazionali per potenziare la competitività, la sostenibilità e la digitalizzazione del settore agroalimentare.
Inoltre, l’attivazione di misure di credito d’imposta per le aziende agricole e alimentari potrebbe incentivare investimenti finalizzati a migliorare la sostenibilità, l’efficienza energetica e l’innovazione nel settore agroalimentare.
Un altro punto importante è il consolidamento delle imprese nel settore, che porterebbe al raggiungimento di una dimensione media superiore che permetta una maggiore massa critica per attirare ulteriori investimenti.
Inoltre, il Report sottolinea la necessità di aumentare la consapevolezza dei consumatori stranieri riguardo alle caratteristiche uniche dei prodotti italiani, per evitare che siano ingannati da prodotti “falsi Made in Italy”.
A tale scopo, sono state individuate due leve d’azione principali: una comunicazione efficace del marchio “Made in Italy”, tramite campagne di marketing mirate e personalizzate in base al paese di interesse, e iniziative di educazione per i consumatori internazionali volte ad informare e proteggere gli stessi dalle imitazioni fuorvianti.
Il Report si sofferma anche sull’accesso dei prodotti agroalimentari “Made in Italy” a mercati chiave a livello internazionale. Da quanto si legge nel Report, infatti, la limitata presenza di tali prodotti sugli scaffali può comportare non solo una minore visibilità, ma anche un posizionamento dei prezzi poco competitivo rispetto ai prodotti Italian Sounding che cercano di imitare l’autenticità italiana.
Per affrontare questa sfida, gli autori suggeriscono la promozione di accordi di libero scambio tra l’Unione Europea e altri paesi a livello internazionale.
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